venerdì 31 gennaio 2014

Contagiati dall'isteria

Dal Giornale del Popolo del 17 gennaio 2014

C'era un tempo in cui un semplice raffreddore non ti espelleva dalla vita sociale. Poi sono arrivati i bambini e in questo periodo dell'anno l'argomento più in voga tra ogni madre che ci tiene a mostrarsi tale è l'elenco delle malattie del pargolo e il dilemma straziante sull'asilo nido: perché ci siamo convinti che farli socializzare è importante, non vogliamo certo che crescano asociali come noi, diciamo smanettando sul nostro smartphone per vedere cosa si dice su Twitter mentre il maschio seduto di fianco fa lo stesso; ma se il prezzo del gettare basi per una buona vita mondana è il contagio ininterrotto con microbi sconosciuti e devastanti, siamo sicuri che il gioco valga la candela? Mentre i fortunati con figli momentaneamente indenni si sforzano di credere che sia merito dei medicinali omeopatici e non solo di una dose enorme e precaria di fortuna, chi non ha figli ma ha amici che ne hanno deve sottoporsi a un esame di coscienza impeccabile prima di suonare al campanello. Una volta entrato in casa basterà uno starnuto, un colpo di tosse o un fazzoletto tirato fuori una volta più del dovuto a scatenare la riprovazione morale di quelle che un tempo erano persone normali e adesso sono genitori terrorizzati. Non va meglio a chi si sforza di andare in ufficio nonostante i malanni di stagione e invece del patentino di eroe si vede consegnato quello di untore onorario, coi colleghi dotati di prole pronti a rinfacciargli ogni starnuto del piccolo una volta rientrati a casa. Non è più tempo neanche per stare male, signora mia.


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