domenica 30 gennaio 2011

Verde come l'invidia, bianco come il rispetto

Guia Soncini è nei ringraziamenti dell'ultimo disco di Jovanotti.

venerdì 28 gennaio 2011

Sozzani spietata/part two

«Hanno, la più parte di loro, la smania di farsi riconoscere durante le sfilate. Ne incontro parecchie, mi dicono il nome o lo chiedo io, quando me le segnalano, perché sedute in prima fila, e non ne ricordo uno. Si chiamano blogger così come le veline si chiamano veline ma nessuno ne sa il nome proprio. È una categoria. Anonima, eppure presente». E ancora: «I loro commenti sono naif ed entusiasti. Non hanno un vero peso e un valore per gli addetti ai lavori. Certo che no».
È la Sozzani che parla dei fashion blogger sul suo blog. Secondo link dalla ficcanaso in due giorni. Dove andremo a finire.
(p.s. ho messo questa foto perché qua noi acidone abbiamo notato che per farti fotografare dai sartorialist devi andare a Milano nei posti giusti nelle settimana delle sfilate e stare nei pressi delle rotaie di un tram. Mi hanno detto addirittura: mettiti lì in mezzo e vedrai che qualcuno prima o poi ti fotografa. Uauauauaua)

Le tombe dell'amore

A parte il matrimonio, il mondo pullula di tombe dell'amore. La consuetudine, mi dicono autorevoli esperti, è la più diffusa nei cimiteri delle nostre vite sentimentali. Dicono che all'inizio sia tutto un pucci pucci e bacini bacini che non possono che affievolirsi man mano che passano i mesi. Di più. Le gentilezze gratuite di un tempo diventano precedenti su cui si misurano le gradazioni di un sentimento che scolorisce via via. Sicché i fiori che ti trovavi in casa all'inizio senza motivo e ricorrenza alcuna che non fosse quella della follia di un sentimento nascente, rendono ancora più vuoti i vasi del presente. L'altra grande prova sono i viaggi. Se lui per conquistarti si offrì di venirti a prendere al ritorno da un volo transoceanico, quando sarete ormai una coppia fatta e finita non potrai non notare che ti sta trascinando in aeroporto su una squallida navetta, quasi ancora gli bruciassero quei 10 euro lasciati a Malpensa un sacco di tempo fa per stare in aeroporto cinque minuti a dimostrarti che lui era lì e ci sarebbe sempre stato e voleva esserci sempre. Quando sarete sposati ingaggerete qualche amico che vi accompagni o vi venga prendere, così che voi possiate litigare liberamente sull'entità del bagaglio. L'ultimo capitolo da tenere d'occhio è quello dei regali. Non potendo un uomo sapere cosa siano gli stivali Golden Goose e non avendo un uomo le coronarie per sopportare il costo di una borsa di Hermés, non può che ripiegare sull'evento. All'inizio vi porterà alla Scala.Voi prenoterete il parrucchiere per il giorno prima dell'opera, comprerete almeno un paio di vestiti per l'occasione, parcheggerete lontano per arrivare in taxi o a piedi per le strade polverose, studiando per assumere quell'aria sorpresa e provvisoria che fa tanto chic. Godetevela, prima di arrivare alla fase cinema e pizzeria.

giovedì 27 gennaio 2011

Questioni capitali

Altre duecento pagine di intercettazioni sul Rubygate. Chissà come l'ha presa la fidanzata di Berlusconi...

martedì 25 gennaio 2011

Sozzani spietata

Perché le persone della moda si vestono così male? C'è talmente tanto adorabile e perfido snobismo in questo post della signora Sozzani che viene voglia di leggere i blog, i giornali e tutte quelle cose lì. Ma non pronunciate la parola feed, per favore!!! Grazie a Flauer, che è il mio feed umano.

domenica 23 gennaio 2011

A letto presto

Capita persino di vedere di passaggio la Marcegaglia da Fazio e andare oltre il pensiero di solidarietà per il tecnico delle luci che si sarà trovato a bestemmiare col golfino della presidente di Confindustria. Capita di passare qualche minuto su Rai Tre la domenica sera e dover andare oltre un dramma di questo genere. Perché Berlusconi ci ha complicato indiscutibilmente la vita. Perché neanche un caffè al bar si può prendere senza sentire favoleggiamenti di festini. Perché nemmeno al mattino presto prima di andare al lavoro si sfugge all'interrogativo sul bunga bunga. Perché proprio adesso che tutto sembra tragicamente svelato il mistero si infittisce. Perché non si può più ordinare un Sanbittèr senza essere guardati come dei pervertiti. Perché ormai Mubarak è noto solo per essere stato contrabbandato come zio di Rubi (e torna in mente Pretty Woman, quando una Julia Roberts in cerca di vestito per andare a cena con Richard Gere, confida alla commessa che quel tizio per cui sta abbandonando la sua tenuta da marciapiede non è mica suo zio, come va dicendo in giro per salvare le apparenze. «Tesoro, non lo sono mai», chiude la commessa poco prima di individuare l'abito da cocktail giusto). Perché non si può più dormire a cucchiaio senza sentirsi dei porcelloni. Perché una Iodosan, che sia poco prima di addormentarsi o dopo cena, è già una notizia di reato. Ma più di tutto c'abbiamo il dente avvelenato perché nel giro di dieci giorni abbiamo dimenticato decenni di retorica vascorossiana di «voglio una vita spericolata». E ci ritroviamo tutti compìti davanti alla tv la domenica sera. A sentire una signora con golfino catarifrangente che porta con fierezza la bandiera di «quell'Italia che va a letto presto».

venerdì 21 gennaio 2011

Sempre prescindere dai contenuti

Dal Giornale del Popolo del 21 gennaio 2011
Una giornata iniziata con le rivendicazioni sindacali dell'estetista non può che promettere sviluppi indimenticabili. Anche una settimana iniziata con l'acquisto di un ferro da stiro che costa quanto un vestito. E cosa aspettarsi da un mese iniziato con le pulizie di Pasqua che si conclude con il riordino delle bollette di tre anni fa? Per noi abituate a dare un peso spropositato ai segni, questo 2011 non può che essere preoccupante. Stamattina abbiamo scoperto che la manicure da domani costerà di più e figurarsi se abbiamo battuto ciglio. Al giorno d'oggi se trovi un'estetista che funziona non puoi certo permetterti di mollarla per risparmiare pochi spiccioli. Forti della filosofia del “chi più spende meno spende” non battiamo ciglio (in tutti i campi), da anni, convinte di guadagnarne comunque in affidabilità e soddisfazione. Una strategia che l'ignorante applica a pressochè qualunque ambito della vita. È come essere perennemente davanti allo scaffale dei vini al supermercato: ignorando cosa siano tannini e vitigni non potete che affidarvi al colore (è come per i vestiti: sempre meglio rosso, il bianco sbatte) e al prezzo. L'altro criterio è fidarsi di persone di provata perizia. Dovete trovare la signora delle pulizie che fa per voi? Selezionate l'amica più esigente che avete e conformatevi alle sue esigenze. Se quella signora delle pulizie va bene a lei, che si accorgerebbe del rumore che fa un granello di polvere quando cade, va sicuramente bene anche a voi, che non avete mai pulito i vetri delle finestre di casa. Lo schema funziona finché non si arriva ai vestiti, lì non c'è prezzo o amica che tenga. Siete sole, davanti alle vostre responsabilità. Pare sia l'unico casa in cui non valga la regola aurea: sempre prescindere dai contenuti e fermarsi alla superficie.
(thanks to: il maestro dell'arte di prescindere dai contenuti)

giovedì 20 gennaio 2011

Non chiamateli zoccoletti

H&M ci porta le Hasbeens. Se le avete già comprate su internet o ve le siete accaparrate all'estero vi mangerete le mani e maledirete il low cost che vi priva dell'esclusività delle vostre scarpette di legno (ammesso che il popolo le comprenda, ma questa, come sempre, è un'altra storia). Ma venendo al dunque: dal 20 aprile prossimo 150 negozi H&M nel mondo avranno tre modelli di Hasbeens, i sandali con suola in legno ispirati a quelli che si portavano in Svezia negli anni Settanta. Qui ci sono le varie foto.

Con le unghie

Dicono che l'ultima moda oltremanica sia farsi le unghie di leopardo. Che in effetti sono bellissime, come mostra la nostra sempreavanti Betta.

mercoledì 19 gennaio 2011

martedì 18 gennaio 2011

Must have

I ragazzi di KK Outlet (East London) hanno messo in produzione piatti che a loro modo celebrano William&Kate. Io sceglierei questo, ma anche gli altri sono bellissimi. Qui.

lunedì 17 gennaio 2011

Golden Globe_vince Scarlett


Bellissima l'acconciatura di Scarlett Johansson ai Golden Globe. Bello anche il vestito, di Elie Saab.

venerdì 14 gennaio 2011

Di modelle, rughe, botulino e verità

Al netto di qualche «non sei grassa, sei robusta», mia madre mi ha sempre detto la verità da piccola. Le mie dita tozze e la voce stonata mi hanno subito escluso dalla schiera delle potenziali pianiste. Il giro coscia e la totale inettitudine allo sport hanno stroncato la mia carriera di ginnasta artistica. Pallavolo l'ho fatta solo per imitare Mimì Ayuara e Mila e Shiro, ma non ho mai segnato un punto e nessuno mi ha mai comprato sottobanco una medaglia in finto argento ai tornei di provincia. Non è una storia strappalacrime, né un paradigma di buona educazione di una volta. Probabilmente la madre di Carla Bruni da piccola le cantava canzoncine in francese in punta di voce e le accarezzava i piedini affusolati dicendole: indosserai solo scarpe di Dior. E aveva ragione. Però forse una volta era meno diffuso il delirio di onnipotenza generale, che si nutre dei più grandi falsi miti di questo tempo: democrazia e uguaglianza. Ora, io non ho niente contro la signorina Giulia Nicole Magro, che coi suoi 57 chili per 1 e 80 di altezza è un gran pezzo di figliola. La signorina, seconda a Miss Italia, dice al Corriere che le agenzie di moda le hanno detto di perdere ancora un paio di chili, soprattutto nel giro vita (fianchi troppo larghi, hanno diagnosticato impietosi). Lei ha tutto il diritto di dire che non ha nessuna voglia di digiunare per sfilare, ma la crociata sul mondo della moda brutto e cattivo non ce la possono risparmiare? Ci sono milioni di mestieri che si possono fare con due centimetri di girovita in più. In fondo siamo nell'era del 2.0 e una carriera da fashion blogger non si nega a nessuno. Il punto è che se cominci a recriminare adesso un giorno potresti sentirti in diritto di protestare perché ti hanno tolto dal video perché sei invecchiata. E invece è meglio andarsene in buon ordine, prima di sentirsi dire a bassa voce che il botulino è un dovere morale. Il che è peggio di una lettera di licenziamento.

Cattiverie

Dal Giornale del Popolo del 14 gennaio
Incuti una sorta di timore reverenziale, la gente non ti rivolge la parola prima delle 11 del mattino, si scusa in anticipo se si presenta con scarpe inguardabili, sceglie con cura ossessiva il vestito per partecipare alle tue feste, che siano compleanni o matrimoni. Essere cattive, acide, perfide ed esserlo notoriamente ha una serie lunghissima di vantaggi. Non ultimo quello di far stupire e commuovere le persone a cui si riserva una gentilezza. Rimangono di sasso quando gli pare di intuire che non sei appena gentile ed educata, ma potresti addirittura avere un cuore. L'importante è far sì che non ci credano mai veramente, ma che gli paia solo un'impressione di cui non fidarsi, come un oggetto visto con la coda dell'occhio ma senza mettere a fuoco. L'opera va completata evitando accuratamente di concedere qualunque tipo di confidenza. Si può vivere benissimo nel proprio algido personaggio, si può fulminare ogni collega che pretenda di dare un'occhiata a Chi prima di noi, si può limarsi le unghie prima di aprire la porta agli ospiti che aspettano di sotto, si può: le fisse diventano tic del personaggio. Chi vi odia continuerà a farlo, chi vi ama (generalmente persone ardite e audaci) si invaghiranno delle vostre stranezze chiamandole vezzi. Non ci sono controindicazioni a queste regole di condotta tranne nel malaugurato caso in cui, può capitare annualmente, voi vogliate essere sinceramente buone. Fate i complimenti a un amico per una cosa che ha scritto. Dite a vostra madre che ha una bellissima messa in piega. Ti guardano atterriti, si offendono: «È un disastro, vero?». A forza di disegnarci così, sembriamo cattive per davvero.

giovedì 13 gennaio 2011

Il falso mito del pullover


Ho capito che Marchionne va di moda, ma questa retorica dello stratega col pullover deve finire. Niente contro il casual e niente contro la liberazione dalla giacca e dalla cravatta, ma guardate questa foto: questo maglioncino con questi pantaloni con le pence è semplicemente inguardabile.

mercoledì 12 gennaio 2011

Dietro liceo, davanti museo


Il Daily Mail dice a Geri Halliwell ciò che tutte noi temiamo di sentirci dire quando indossiamo una gonna corta dopo i 27. E ha ragione.

E chi l'avrebbe mai detto?


Nicole Kidman ammette: ho usato il botox.

venerdì 7 gennaio 2011

La rosa del secolo


Kounellis al Museo del Novecento, Milano. È smalto su tela. Io l'ho girata così, come è esposta al museo, ma su internet si trova girata in altro modo. Che abbiano sbagliato ad appenderla? Naaaa. Comunque così è più bella, secondo me.

La calza in fumo


Dal Giornale del Popolo del 7 gennaio
Dicono che fumare sia fuori moda, ma ci pareva giusto non crederci. In fondo ciclicamente dicono anche che tornano in voga le ragazze con le curve. Resta il fatto che al giorno d'oggi (e questo è sicuramente un bene) si fuma sempre meno. Abbiamo storto il naso quando la sigaretta è stata bandita dai locali pubblici, poi sono bastate un paio di settimane di divieto e ci siamo accorte di quanto sia piacevole uscire dal ristorante senza puzzare come un posacenere. Vestiti freschi di bucato, capelli lucidi e profumati. Diverso è quel che accade se il problema della sigaretta si pone in casa. Soprattutto quando, o per l'inverno polare o per l'assenza di balconi, uscire a godersi il proprio vizio è assolutamente proibitivo. Se si è in casa d'altri si chiede il permesso, ma se la casa è la nostra che fare? Mettere al primo posto la freschezza della tappezzeria e rischiare di passare da bisbetiche signorine Rottermeier o fare le padrone di casa liberali salvo poi spalancare le finestre per tutta la notte rischiando la polmonite? Domande cotanto noiose sono diventate obbligatorie quando siamo diventate grandi e abbiamo cominciato a odiare i posaceneri stracolmi di sigarette che si lasciavano ovunque negli appartamenti di universitarie. Non so, sarà che quest'anno compiamo tutti un anno in più e la cosa non è facile, ma la Ficcanaso è alle prese con domande da adulta. Soprattutto cerca di pensare di esserlo, perché è appena trascorsa la prima notte della Befana in una casa senza il camino. Ed è la prima volta che la Befana (tradizionalmente frequentatrice di negozi modaioli in saldo) non arriva a riempire la calza. Non abbiamo neanche fumato nervosamente aspettandola, ma ha dato forfait lo stesso.

lunedì 3 gennaio 2011

I've got it!


Grazie a Betta!