C’è un’età in cui i bambini amano parlare della morte e non
se ne spaventano, trattando l’argomento con quel senso pratico che solo in un
adulto diventerebbe cinismo. Da piccola mi assicuravo settimanalmente che mia
madre desse disposizioni chiare per lasciarmi l’anello di rubino prima di
morire. Le mie figlie disegnano cerimonie pompose piene di sposi e di amici in
cui manca solo la mamma. “Perché tu qui sei già morta”. Sanno che, se il mondo
sarà giusto e tutto andrà come deve, ci sopravvivranno felicemente. “L’anima ha
i vestiti?”. Bè io credo di sì, credo che l’anima abbia vestiti bellissimi e li
indossi con sicurezza e gioia. Capisco di avergli dato un’idea dell’aldilà
simile a quella di un grande magazzino con i saldi perenni e non so se sia
teologicamente ammissibile, però mi piace pensare di sì e mi piace anche a
pensare che la salvezza non ci troverà sprovvisti di un abito adatto.
Soprattutto credo che quest’idea gli ricorderà molto la loro mamma.
Pochi mesi fa gli insegnavamo a farsi il bidet da soli e
oggi ci troviamo interrogati sulla nostra visione del mondo. “Sofia dice che
prima di essere uomini eravamo scimmie, ma io non ci credo”. “Sofia mi ha detto
cicciona”. “Mi prendono in giro per il mio cognome”. “E perché le mamme degli
altri vanno sempre a prendere i loro figli e tu no?”. In cinque minuti si passa
dal rischio di essere confusi per creazionisti alla necessità di insegnare ai
propri figli a volersi bene. Quasi più semplice rifugiarsi nei sensi di colpa
da madre assente. Sì perché lo stampatello minuscolo è un grosso tema nella
vita di una bambina di sei anni, ma si mescola con la crudeltà delle amiche
pucci pucci che la escludono dai loro racconti e portano a scuola il diario
segreto. Vorremmo risolverla con Dante, ma “non ti curar di loro” non è una risposta
accettabile per un bambino. Non potendo staccare la testa alle amiche
antipatiche bisogna armarsi di santa pazienza. Perché discendiamo dalle scimmie
ma non c’è nulla di male, perché hai un cognome da animale ma non fai versi da
animale, a differenza di quelle oche delle tue amiche. Perché le mamme degli
altri fanno quello che possono come la tua. E perché senza dubbio l’anima ha
anche le scarpe.