Quando si è presentata, qualche giorno
fa, col viso incorniciato da un caschetto inedito, Michelle Obama ha
confermato quella grande verità che noi femmine non impariamo fino a
che non ci rimettiamo i nostri, di capelli. La grande verità è che
ci sono poche donne adatte alla frangetta e generalmente sono quelle
che la portavano quando le madri gli infilavano la merenda
impacchettata dentro la cartella dopo averle pettinate. Questa grande
verità è nota a tutte le donne, però per tutte arriva il momento
dell'incontro col parrucchiere audace che non si capacita che in trent'anni di vita
nessuno possa aver avuto l'illuminazione: «Ma perché non dovrebbe
starti bene, anche se hai il visto un po' tondo?». Per
alcune, pochissime, è l'inizio di una rivoluzione estetica; per
tutte le altre è l'inaugurazione di un paio di mesi pettinate come
un gettone delle giostre e commenti maschili che nei casi più
benevoli si fermano ai riferimenti a Rita Pavone. Probabilmente Obama
non è perfido come gli uomini che frequentiamo noi e avrà evitato
qualunque tipo di commento. Chi invece non si è risparmiato
sull'aspetto della first lady è l'allenatore di una squadra liceale
americana. Pur evitando commenti sulla frangetta, di fronte ai suoi
studenti ha disprezzato i programmi alimentari salutisti imposti
dalla first lady alle scuole dicendo che una con quel “culone”
non ha proprio niente da insegnare in fatto di alimentazione. All'incauto allenatore la
diffusione di un video con le frasi incriminate è costata il posto. Noi ci siamo addormentate sognando un
mondo in cui ogni uomo che prende in giro la frangetta o la
superficie del sedere di una donna venga licenziato. E ci siamo
svegliate nell'incubo di una disoccupazione alle stelle.
venerdì 8 febbraio 2013
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