domenica 8 dicembre 2013

L'amore è un grande progetto di design

Dal Giornale del Popolo del 6 dicembre

C'è la sedia per il mal di schiena di Irma. C'è la poltrona-letto per far dormire Giovanna nella casa al mare, quella ricercatissima e signorile per Carlo. E poi le lampade per l'altra figlia. E tutte le cose inventate per se stesso e dunque perfette per tutti, a cominciare da un posacenere per cui varrebbe la pena riprendere a fumare. Decine e decine di oggetti che abitano le nostre case in maniera discreta e solida, come sentinelle schierate per ubbidire a quel comandamento che Achille Castiglioni dava ai suoi progetti: «Gli oggetti – diceva – devono fare compagnia». Visitare lo Studio Museo di Achille Castiglioni a Milano è come entrare in una casa in cui siamo sempre stati. I ragazzi delle scolaresche in visita riconoscono cose che hanno visto nelle soffitte delle nonne o in qualche angolo  di casa. Ci sono persino interruttori che sono in tutte le lampade del mondo e quasi nessuno sa che a progettarli è stato proprio Achille Castiglioni. E queste, racconta la figlia Giovanna che apre le porte dello Studio Museo a chi prenota una visita, sono le cose che gli davano più soddisfazione. Sulla funzione delle cose non si dilungava troppo: è evidente che un cucchiaio da maionese deve servire a pulire bene tutto il barattolo, o no? Per la sua Irma ha inventato una lampada con luce direzionabile, perché lei potesse leggere la notte a letto mentre lui dormiva. L'ha chiamata Gibigiana, il termine lombardo con cui si indicava il gioco dispettoso dei bambini che si divertivano a riflettere i raggi solari con uno specchietto. Come a dire che l'amore è un dispettoso corteggiarsi per fare pace la sera. E anche un grande progetto di design.

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