Dal Giornale del Popolo del 30 luglio 2015
«Hai 35 anni, contieniti». Forse fino alla vecchiaia cercherò di capire se mi abbia offeso più la prima parte della frase o la seconda. Abbiamo sempre pensato, celandolo sotto l'indifferenza, un fondo di ammirazione per i maschi. Innamorati o indifferenti che fossero, sono sempre stati una certezza. Sapevamo che ogni arrabbiatura andava condivisa con le amiche di sempre e poi ripresa in mano con loro. Perché non c’è niente come la definitività di un maschio per analizzare i problemi con lucidità. Come sempre, però, a fregarci è l’immaginario costruito dai film. Quelli in cui si litiga e si discute ma ci si abbraccia al momento giusto, un attimo prima di dire una cosa che scaverà dentro il cuore e il cervello per tutta la notte successiva. Peccato davvero che nella realtà non ci siano i titoli di coda e i cavalli bianchi non siano così veloci e i principi azzurri siano così scarsamente dotati di tempismo. Abbiamo i maschi veri, quelli che improvvidamente discutono con noi e per un attimo sembrano giustificare persino le più grandi cattiverie di un capo dispotico. Se una donna piange disperata e singhiozza vuole solo che un maschio la abbracci e la stritoli d'amore a fare da corazza a un mondo di gente senza cuore. Soprattutto: una donna non può sentirsi rinfacciare la sua età come incentivo al contegno. Altrimenti non resta che buttarsi sul prosecco e il contegno va a farsi benedire.
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