Da Ticino7 del 27 dicembre 2019
“Qual è il tuo brano preferito?
Ritrova i brandi che ti sono piaciuti di più nel tuo nuovo mix del 2019”.
L’ultima notifica di Spotify è di pochi giorni fa. Queste cose tecnologiche
sono così, più insistenti e costanti di un fidanzato innamorato. Forse persino
più affidabili. Non gli importa che tu abbia ignorato tutte le precedenti,
neppure che abbia sbuffato di fronte a quei continui tentativi di descriverti e
raccontarti chi sei. Come è evidente, insomma, l’analogia con l’innamorato non
corrisposto (o quanto meno corrisposto con la discontinuità tipica del vero
amore) prosegue ed è perfettamente calzante. Avrete notato – e se non lo avete
fatto ve lo dico io – che qualche giorno fa tra i contenuti più condivisi sui
social c’erano proprio le classifiche di Spotify. Istogrammi, grafici e
percentuali per raccontarci quale musica abbiamo ascoltato quest’anno. Alcuni
di noi erano felici di vedere in testa Brunori Sas, molti altri si vergognavano
di Benji e Fede e Ostia Lido, adducendo scuse non richieste sulle preferenze
musicali dei colleghi o incolpando la riproduzione casuale di Spotify.
In tema di conteggi e bilanci
anche l’iPhone non se la cava male. Ogni settimana un puntuale resoconto delle
attività ci ricorda quanto tempo abbiamo buttato seduti sul water o
sull’autobus a fingere di lavorare, a cazzeggiare, a rispondere a una mail molto
urgente invece che versare l’acqua nel bicchiere della bambina che la chiedeva
da dieci minuti. Ci sono delle percentuali, spesso ci fanno rabbrividire, altre
volte ci rendono fieri di noi stessi: “Guarda, questa settimana più minuti
spesi per lavoro che per social network”. E potremmo continuare a lungo con i
resoconti di Facebook, gli album ricordo non richiesti, le sintesi delle nostre
amicizie sui social network. Ognuno ci racconta un pezzo di noi e spesso
gongoliamo, con quel gusto un po’ ingenuo di provare a vedere l’effetto che fa
vedersi da fuori. Come quando ci spiamo camminare nelle vetrine, in cerca
dell’effettiva visibilità dei chili persi davvero o provando a sorprendere il
portamento che sappiamo di non avere.
In sintesi, dunque
In sintesi, dunque, e in maniera
squisitamente analogica dovrei provare anche io a fare un bilancio. In fondo
questa è l’ultima ficcanaso dell’anno e lo devo alla redazione di Ticino7 che mi sopporta con coraggio
ogni settimana. In questo 2019 ho perso svariati kg (mai abbastanza) e tagliato
i capelli. Ho trovato lo shampoo giusto e ho ricominciato a mangiarmi le
unghie. Fornisco a me stessa sempre abbastanza motivi per mangiarmi le unghie e
uno è sicuramente che non leggo abbastanza. Ho letto comunque dei libri
meravigliosi e altri ne leggerò certamente in questo periodo natalizio. Ho
scritto troppo poco e mi sono preoccupata eccessivamente. Non ho ancora
imparato ad usare Spotify e mi bevo stupidamente tutta la musica che sceglie
per me. Ho scoperto l’Estetista Cinica e ne sono diventata una fan. Ho scritto
per un anno intero sempre su queste pagine La Ficcanaso. A spanne, solo
quest’anno ne ho scritte più di 50. Per cinquanta settimane qualcuno di voi ha
letto, apprezzato, contestato, reagito. Se avessi un algoritmo per analizzare i
contenuti trattati credo che in classifica avremmo il disagio, poi i capelli,
l’amore, la tristezza, la dieta. È stato un anno di tantissime e
importantissime frivolezze. E mi auguro che il 2020 ce ne porti almeno
altrettante.
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