venerdì 10 luglio 2020

Il plexiglas e la montagna

Da Ticino7 del 27 giugno 2020 
Litigavamo perché ci vedevamo troppo, tutti vicini vicini dentro casa. Litigheremo perché non ci vediamo da troppo tempo, ora che ciascuno si è allontanato come poteva: i pargoli in villeggiatura dai parenti, i genitori in ufficio.
La dispensa è abbondantemente rifornita di lievito secco, pomodori pelati e tonno. Quest’ultimo l’abbiamo pagato una fortuna dall’ortolano nei giorni in cui non si trovava da nessuna parte. Solo dopo ci siamo ricordate che a nessuno di coloro cui sono concessi i carboidrati in questa casa piace il sugo al tonno. Abbiamo anche il latte a lunga conservazione e le patate, ottimi se non avessimo sviluppato un’intolleranza diffusa ai latticini. Un vero peccato dopo che le settimane di allenamento al purè davano i primi risultati.
Dall’altra parte, il frigorifero piange. Due uova e tre carote ammuffite ci aspettano ogni sera quando rientriamo, constatando quanto siano attraenti e pulite le case che restano disabitate per la maggior parte della giornata. La ricotta ci ha guardato per due settimane prima della data di scadenza come a chiederci quando ci saremmo decise a impastare quegli gnocchi con cui sfangavamo due pranzi a settimana durante il lockdown.
Siamo tornate alla pigrizia di sempre, aggravata dalla sensazione di aver tanto sofferto nei mesi scorsi da essere ora legittimate all’ozio più assoluto. La realtà conferma quello che prevedevamo all’inizio, sommerse dalle multiple epifanie delle cose semplici che ci arrivavano da ogni dove: non è andato tutto bene, abbiamo imparato molte cose e le abbiamo dimenticate al primo accenno di normalità, non ne siamo usciti migliori. Anzi, stiamo ancora litigando per capire se e come ne siamo usciti davvero, quando rientreremo, dove andremo a finire. Il desiderio di godersi questi scampoli di ritrovata libertà ci ha distratto; non solo dalla spesa e dalla cucina, compresa quella di sopravvivenza, ma dall’attività più importante: trovare i colpevoli.
Perché siamo convinte, signore mie, che dietro alle immagini dei gabbiotti in plexiglass sulle spiagge della Romagna (grazie a Dio rimaste al livello di spaventosi rendering pubblicati dai giornali) ci sono sempre e solo loro: i lobbisti della montagna, pronti a servirsi di qualunque mezzuccio per allontanare le nostre pelli candide dai litorali che meritano.

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