venerdì 24 settembre 2010

Che barba, che noia


Dal Giornale del Popolo del 24 settembre
Io penso che non ci sia coppia italofona che non abbia mai fatto la scena delle coperte di Sandra e Raimondo. Ce l'avete tutti in mente come la sigla di quei cartoni di immenso tempo fa. A letto, la sera, dopo una giornata di assurdità da sitcom che solo la vita reale può imitare degnamente. Lui legge la Gazzetta dello Sport, lei si mette a dormire aspettando che lui spenga la luce. Comincia ad agitare i piedi furiosamente, le coperte si scompongono, ma lui no. Legge. Per un impressionante numero di anni tutte le puntate di Casa Vianello si sono concluse così, con una scena direttamente tratta dalla trincea di ogni coppia che si erge in camera da letto. Sandra e Raimondo ci mancano terribilmente come ci manca una cosa che si è stati abituati a vedere per troppo tempo. Una cosa s'è addirittura snobbata, ma che in anni di noiosi pomeriggi a casa con la tv accesa ha fatto sedimentare una familiarità imprevista. Nella morte di Raimondo e nel seguirlo di Sandra dopo pochi mesi è riscoppiato quel romanticismo che tentiamo di soffocare tutti i giorni, pensando che sia la stessa cosa dell'amore che si corteggia nelle innumerevoli trasmissioni di Maria De Filippi. E allora voi direte, come dite, lo so, che la Ficcanaso vive una mutazione imprevista verso la bontà e i buoni sentimenti man mano che gli anni passano e i capelli bianchi aspettano dietro l'angolo. Ma la Ficcanaso oggi piange Sandra e Raimondo come si piange una coppia che nel sua irresistibile scontatezza fa venire balzane idee. Fa venire persino voglia ai più insospettabili di vincere quell'allergia agli anelli all'anulare sinistro. Solo per il gusto di agitare i piedi furiosamente sotto le coperte ogni maledettissima sera.

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