Da Ticino7 del 20 dicembre 2019
Se state leggendo queste righe
siete agli ultimi, pericolosissimi, passi prima della fine di quel periodo
tremendo costellato di “e se non ci rivediamo più tanti auguri”, “dai, almeno
un aperitivo prima di Natale” e gli effettivi aperitivi o cene prima di Natale.
Alcuni di noi hanno iniziato nell’ultima decina di novembre, perché ormai il
trend è prendere ben bene la rincorsa per l’ingrasso, cominciando a rimpinzarsi
come tacchini ben prima del Black Friday. Alcuni di noi lavorano per società
che hanno deciso di spostare i festeggiamenti a gennaio quando – testuale –
“saremo tutti più tranquilli”. Strategia interessante ma anche pericolosa:
siamo sicuri che non serva solo a prolungare lo strazio? A gennaio l’ardua
sentenza.
Se i festeggiamenti ufficiali
vengono rimandati, ci siamo detti, resterà più tempo per scartare i famosi doni
di rappresentanza. Il periodo, terrificante per spedizionieri e fattorini, è
attraversato dalla trepidazione di chi siede alla scrivania e scruta il collega
di rientro dalla portineria. “Pacco per …” proclama mentre gli altri lo
guardano speranzosi. A quel punto il collega inizia a gongolare, pregustando
leccornie o prelibatezze. Perché – si sa – il cesto natalizio alimentare è
tanto banale quanto ben accetto. “Senti che buono quel Parmigiano che ci ha
regalato tizio a Natale” diciamo intorno a marzo, ricordando il momento in cui
lo abbiamo estratto dalla finta paglia decorativa selezionandolo tra cioccolate
esotiche, cipolle sott’olio e patè sconosciuti.
Peccato che sempre più spesso il
collega arrivi con passo leggero spedito. “Tizio ha piantato degli alberi per
noi”. “Tizia ha donato dei soldi a un villaggio di un paese povero”. Per non
parlare dello scabrosissimo tema “agendine e calendari”, notoriamente sempre brutti
e fuori misura ma indispensabili in tutte le scrivanie. “Risparmiamo la carta –
dicono i bigliettini di quest’anno – e facciamo a meno del calendario”. Fino a
un paio di anni fa toccava istituire la lotteria dei salumi ricevuti in regalo
e all’improvviso ci ritroviamo con un pugno di semini e senza neppure un
panettone da inzuppare nel latte al mattino. Il calendario ce lo compriamo
autonomamente: per segnarci che l’anno prossimo il regalo solidale andrà rispedito
al mittente.