venerdì 13 marzo 2015

Mamme, figli e allergia alle storie edificanti di conciliazione

Dal Giornale del Popolo del 27 febbraio

Donne che si mettono in proprio, che diventano madri e decidono di cambiare lavoro, magari su gentile suggerimento di capi che proprio non tollerano di non vederle più davanti al computer fino alle sette di sera, a fare compagnia a quei maschi decisi a non tornare a casa finché ci sarà qualcuno sveglio. A volte succede che tutto va per il meglio e così quelle storie di successo discreto e conciliazione raggiunta arrivano sui giornali, corredate da fotografie di belle ragazze con un taglio corto e mai trascurato che spiegano quanto è bella la vita da padrone di se stesse. Certo, le bollette del negozietto di abiti vintage per bambini che hanno aperto le pagano per miracolo e in fondo se non ci fossero dietro padri, mariti o eredità tutta questa padronanza di se stesse non farebbe tornare i conti. Però vuoi mettere quanto è facile chiedere un occhio su tutto questo trovando il filtro giusto di Instagram? Così fiorisce una letteratura di storie edificanti. Che leggere fa piacere, per carità, ma fa anche un po' di rabbia. Chi lo dice che per far figli e lavorare si debba per forza diventare imprenditrici? E se una, dico una di voi, non avesse lo spirito imprenditoriale ma neanche quello della massaia?

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