domenica 11 aprile 2021

Dante e i settecento anni di tifoseria

Da Ticino7 del 3 aprile 2021 

Anche i più distratti avranno notato, negli ultimi tempi, un fiorire di iniziative e articoli legati a Dante Alighieri, del quale ricorrono quest’anno i 700 anni dalla morte. In Italia si è pensato di celebrarlo coniando persino il terrificante nome di Dantedì per il 25 marzo, data in cui secondo gli studiosi sarebbe iniziato il celebre viaggio del Sommo nell’aldilà. 

Essere adulti significa anche affrontare gli incubi dell’adolescenza con serenità, pertanto ci accostiamo nuovamente all’opera con l’onestà intellettuale di chi ha superato il ricordo delle notti passate a studiare le parafrasi, capendo quasi tutto all’Inferno e dannandosi trai canti del purgatorio a quelli del Paradiso. Fa parte del gioco, dicevano i professori, Dante eleva il linguaggio progressivamente spingendolo il lettore a compiere un viaggio a propria volta.

Nel fioccare di iniziative per l’anniversario, c’è solo da scegliere dove ricominciare. Sono questi i momenti in cui si benedicono la banda larga, gli airpods e i contenuti meravigliosi che si trovano su Youtube o Spotify, come i podcast di Alessandro Barbero, storico dell’università di Genova ormai diventato icona pop per la capacità di raccontare storie e consentire a gente di mezz’età di recuperare ciò che la memoria (o un’ignoranza più radicata di quanto si pensi) seppellisce.

In questi giorni di celebrazioni dantesche guardiamo con inedita benevolenza anche il padre delle bambine, che si era messo in testa di avvicinarle al Sommo in tenerissima età. Ne era nata la tipica querelle pedagogica tra noi aspiranti montessoriane e il maschio sterminatore di sfumature: mettendole di fronte a tali difficoltà rischi di farle sentire perennemente inadeguate e sai che il bambino è una spugna (l’ho dice l’ultimo post proposto dall’algoritmo) ma non va forzato, le librerie devono essere ad altezza bambino e tu invece sembri volerle posizionare su una scala altissima. Poi è arrivato in casa persino il Dante di Geronimo Stilton e abbiamo alzato le mani. 

Ora la discussione si fa interessante, un po’ come con la professoressa del liceo, quando uscendo dal torpore adolescenziale si alzava la mano in protesta contro la somma ingiustizia d’aver posizionato Achille, Paolo e Francesca e prima di tutto l’amato Ulisse tra le fiamme dell’inferno. Un po’ affrontiamo Dante come una puntata di Amici, un po’ ci stupiamo del suo aver creato, settecento anni fa, situazioni che ancora oggi ci scaldano e ci coinvolgono. E oggi anche le bambine sono dalla nostra parte: “Bè, dai era certamente più colpa di Paolo che di Francesca e Achille, in fondo, faceva soltanto bene il suo lavoro di soldato!”.


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