domenica 10 ottobre 2021

Cosa diresti al te stesso di dieci anni fa?

Da Ticino7 dell'11 settembre 2021

Cosa diresti al te stesso di dieci anni fa? La domanda, tra le più gettonate nei box di Instagram che gli influencer caricano periodicamente nei propri profili per farsi sentire più vicini dai propri follower e soddisfare le metriche dei social assetate di engagement, è tutt’altro che noiosa. 

Quasi tutti gli influencer che ho visto rispondere, che siano muscolosi, bellissime, consapevoli paladine dei diritti o mamme blogger impegnate, raccontavano che avrebbero raccomandato soprattutto tranquillità, approccio sereno, niente ansia, fiducia nel fatto che la felicità arriva a chi sta bene con se stesso e apprezza la bellezza nascosta in ogni giornata. È incredibile, mi dico ogni volta, quanti buoni sentimenti inondino Instagram. Viene quasi da rimpiangere le gare di rutti su TikTok.

Io alla me stessa di dieci anni fa avrei suggerito di non piegare nel guardaroba quella meravigliosa borsa di Vivienne Westwood che oggi un calzolaio gioielliere e filosofo ritiene difficilissima da riparare. Avrei anche suggerito di studiare meglio l’inglese e non seppellire il tedesco. Avrei suggerito di non rispondere a certe telefonate e di rispondere ad altre. Avrei suggerito persino di richiamare qualcuno, di scrivere lettere di dimissioni al momento giusto, di organizzare fughe oltre oceano, di adottare il gattamortismo in dosi sufficienti a fare di me stessa se non proprio una sfasciafamiglie almeno una discreta stronza. Avrei suggerito di rischiare e di non preoccuparsi. Alla me stessa di dieci anni fa avrei anche raccomandato di leggere più libri classici e di vedere più film importanti. Perché – si sa – arriva un momento della vita in cui ci si rende conto della propria ignoranza. Alla me stessa di dieci ani fa, e qui concordo con la vulgata degli instagrammer, avrei suggerito anche di essere più tranquilla e positiva. Molte di noi alle loro stesse di dieci anni fa avrebbero suggerito di criticare meno e crederci di più. Di comprare Prada e Bottega Veneta, che hanno ancora un futuro nel mercato dell’usato invece di continuare a fare le alternative con Marni e tutti quei marchi non pubblicizzati. 

Gli amici interpellati concordano, tutti accomunati da questa smania tipicamente post quaranta di rivedere le proprie scelte e di farsi esami di coscienza. Tutti concordano. Soprattutto sul fatto che dieci anni fa non sono abbastanza: dovremmo fare due parole coi noi stessi di venti anni fa. Almeno.


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