Da Ticino 7 del 7 maggio 2022
Negli anni dell’università, un professore molto stimato insegnava che espressioni come “è indubbio” o “tutti sanno che” posizionavano subito il discorso nel settore della manipolazione. E io che oggi, per la prima volta, volevo essere assertiva mi trovo in difficoltà nell’iniziare un discorso che sostanzialmente dovrebbe debuttare in pagina in questo modo: è indubbio che la foto di Samantha Cristoforetti che saluta i figli prima di andare nello spazio sia semplicemente meravigliosa. È anche indubbiamente vergognoso che il mio pensiero sia andato subito ai concorrenti dell’Isola dei famosi che partivano lasciando a casa la prole per andare a soffrire la fame in un reality show. È indubbio che ci siano ragioni nobili e meno nobili per decidere di andarsene. È indubbio che andare a prendere l’autobus e scapicollarsi per tornare alle sette prima che la tata sparisca e infilarsi la tuta spaziale per stare in orbita cinque mesi siano attività di diversa fattura e identico peso specifico. È indubbio che qualunque scelta venga compiuta da una madre sia oggetto di mille speculazioni e valutazioni altrui.
Quando i bambini sono piccoli e ti si spacca il cuore a lasciarli anche per un solo secondo e si sciolgono in lacrime ogni mattina ti dicono che devi farti forza. Che appena tu giri l’angolo loro iniziano a giocare e sorridere. Tu passi un giorno intero con il magone ma lui sta bene, dicono le maestre. L’asimmetria inevitabile dei sentimenti tra genitori e figli inizia così, nel rimpallo di libertà e senso di colpa. Non so francamente se Samantha Cristoforetti un secondo dopo quella foto meravigliosa abbia iniziato a piangere come facevamo noi girando l’angolo dell’asilo. So, però, che girare l’angolo è giusto. E che se la libertà di scelta (di fare i figli, di non farli, di covarli fino alla maggiore età o di svezzarli a suon di babysitter) è la cosa più importante, lavorare è meglio che fare la mamma a tempo pieno. Ed è anche la cosa che sempre metterai istintivamente in discussione: ogni volta che escono da scuola piangendo e tu non ci sei, ogni volta che dimentichi di guardare i compiti perché la sera arrivi troppo tardi e non hai un neurone che sia uno. “Hanno un padre”, ha risposto Cristoforetti a chi le ha chiesto come avrebbe gestito i bambini durante la sua assenza. Hanno una mamma astronauta o mamma impiegata. Che deve andare nello spazio o rincorrere il tram. E le lacrime, come le soddisfazioni, non temono la forza di gravità.
(Foto: Ansa)