domenica 9 gennaio 2022

Amarsi non significa mai dire “mi dispiace ma non trovo lo scontrino di cortesia”.

 Da Ticino7 del 18 dicembre

Quando le pubblicità che ti compaiono navigando su internet sono quelli per i regali di Natale fai da te e sostenibili, è il momento di farsi delle domande. Lo stesso va fatto quando le amiche, ritenendoti depositaria di qualche capacità strategica, ti danno indicazioni precise sui regali da suggerire ai rispettivi compagni e mariti. Cerchi di obiettare che non hai alcuna autorità in materia, racconti che l’ultima volta che hai risposto alla richiesta di aiuto di un marito in crisi per il regalo alla moglie hai rischiato di rompere un’amicizia perché la marca era giusta (Lanvin, come poteva non esserlo?) ma le dimensioni della borsa giudicate assolutamente inadeguate. Così l’amica ha vissuto un Natale di delusione e alla fine ha cambiato il regalo. Del resto, in queste settimane l’amore si misura così: se mi ami, puoi cambiarlo. Perché amarsi non significa mai dire “mi dispiace ma non trovo lo scontrino di cortesia”.

Torniamo al dunque, qualunque esso sia, e alla richiesta dell’amica di turno di orientare la scelta del marito nella selva dei regali possibili. “Vedi – ti dice con aria losca – proprio ieri mi si è rotto l’aspirapolvere”, come a suggerire che quello debba essere il regalo. La filippica parte da lontano e da quella vecchissima pubblicità di Pandora, azienda produttrice di ammenicoli di gioielleria, che tappezzò le grandi città con la scritta: “Un aspirapolvere, un pigiama, un grembiule, un braccialetto di Pandora. Secondo te cosa la farebbe felice?”. La bufera che oggi si fa su Renatino e lo spot del Parmigiano Reggiano, dove l’operaio racconta la vita di colui che lavora 365 giorni all’anno con il sorriso sulle labbra e senza avere mai visto Parigi, è niente se paragonata a quello che si scatenò contro Pandora. Mentre io mi scateno contro il sessismo che è dentro di noi e dobbiamo combattere, l’amica mi guarda con aria vuota. Lei voleva solo che qualcuno sostenesse la spesa di un Folletto nuovo e funzionante. Nel sacro furore del mio me-too domestico aumento l’intensità delle filippiche e la spingo a desiderare un regalo di gioielleria. Il Folletto va giudicato come una spesa di famiglia, mai e poi mai equiparato ad un regalo. È contenta, felice. Il sorriso si spegne solo quando il marito si dirige verso il centro assistenza Folletto più vicino. Perché cambiarlo, dopo tanti anni di onorato servizio?


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