Dal Giornale del popolo del 1 settembre 2017
La gelosia è una bestia strana. Di
quelle che pensi di conoscere e di tenere a bada e da cui chiunque prima o poi
si ritrova, un giorno e all’improvviso, assediato. Anche se, a ben vedere, un
motivo c’è sempre. Non è che si diventi gelosi a caso. C’è sempre qualcuno che
ce ne fornisce un motivo. Solo che nessuno di noi pensa di essere accompagnato
a un essere che fornisca motivo di gelosia. Né viceversa. “Chi, io? Nessuno
potrebbe mai essere geloso di me”. Molte di noi lo dicono con la sicurezza di
chi sa di concedere talmente poco di sé da non avere alcuna voglia di perdere
tempo con amorazzi estivi, ammiccamenti, flirt e innamoramenti da cameriere,
come diceva quella buon’anima dell’avvocato Agnelli. La Ficcanaso, per dire,
non ha mai reso geloso nessuno. Fino a quella scenata dell’altra sera. Quella
che le è stata fatta. Che a ben vedere è analoga a quella che aveva fatto lei
il giorno prima. Di mezzo c’è sempre il cellulare. Lo abbiamo imparato dai film
di Muccino, L’ultimo bacio in testa. Abbiamo sofferto di fronte a quelle scene
in cui il tradito telefonava e la peccatrice aveva la segreteria telefonica. Il
messaggio di non raggiungibile. Il messaggio di “tornato raggiungibile”. Le
telefonate continue, lo smartphone sempre in mano per mandarsi faccine e email
e allegati e foto. Mai avremmo pensato, però, che un giorno in quelle mail che
fanno scattare le scenate ci sarebbero stati file excel, presentazioni, email
di lavoro. Un lavoro così invadente che ci distrae dalle cose che contano ben
più di un amante muscoloso.
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