Dal Giornale del Popolo del 20 ottobre
Dal cioccolato che fa dimagrire, passando per la ginnastica
mentale che fa crescere i muscoli, fino allo studio che certifica che i figli
delle mamme che lavorano sono più bravi a scuola. La funzione palliativa e
rassicurante che nell’infanzia veniva ricoperta dalle fiabe che ci raccontavano
gli adulti, oggi – che siamo noi adulti – viene sostituita dagli studi o dalle
mirabolanti ricerche scientifiche con cui cerchiamo di sentirci meno in colpa
mentre ingolliamo del cioccolato, tiriamo tardi in ufficio mentre i bambini (intelligentissimi)
sono a casa e rimandiamo all’ennesimo domani la prossima sessione di corsa.
Sono bugie a cui abbiamo bisogno di credere e lo facciamo con trasporto. Perché
intanto, a casa, i bambini intelligentissimi stanno pensando a come fregarci.
Arriviamo con le lacrime agli occhi dalla stanchezza, loro ci rimangono male.
“Sai, avrei voluto piangere al lavoro ma non potevo, allora piango a casa”.
“Bè, potevi piangere in macchina”, chiude la bambina rendendo necessario uno
studio sul tasso di cinismo nei figli delle madri che lavorano. Genitori o
nipoti che siamo non importa: le creature ci fregano sempre. Il nipote
dodicenne ascoltava lo zio parlare della misericordia di Papa Francesco e della
contrarietà alla pena di morte nel catechismo. Qualche ora dopo il nipote va
dallo zio, con la faccia crucciata. È preoccupatissimo e lo zio spiega, con
pazienza, quello che stava raccontando poco prima. «Oh, per fortuna: credevo
che il Papa avesse stabilito la pena di morte per chi non va al catechismo!».
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