venerdì 5 ottobre 2007

Il bestiario dell'abbordaggio

Dal Giornale del Popolo del 5 ottobre 2007

Lo sappiamo e se n'è già parlato diffusamente da queste parti, che i cari vecchi “hai da accendere”, “bevi qualcosa?”, “ma io e te ci siamo già visti” non funzionano più. Così come tra i ragazzini non si dice più “sei uno sfigato”, ma “sei un looser”, analogamente nell'improvvida arte dell'abbordaggio cambiano le regole e cambiano le frasi topiche. Sì lo so che questo inizio da onanista sintattico vi sta facendo pensare che mi sto trasformando in Beppe Severgnini. In realtà l'intento, qua, è solo quello di realizzare un piccolo bestiario. Perché ognuna di noi pensa che la peggiore sia capitata a lei, ma poi a sentire i racconti delle amiche i posti in classifica diventano davvero difficili da assegnare. Ottimo piazzamento nella hit parade del trash lo può conquistare il piacione ultra quarantenne che si avvicina alla giovane (siamo in una discoteca e questa è indubbiamente un'aggravante), sfodera o sguardo languido e attacca: «Sai, io ho fatto la comparsa nella soap Vivere». Lui convinto, lei attonita. Un po' come il tizio del carro attrezzi. La giovane automobilista ha visto uscire fumo dal motore. È persa, smarrita come qualunque femmina di fronte a un aggeggio meccanico. L'unica soluzione è il carro attrezzi. Arriva “Salvo, il guidatore di carro attrezzi” (lei lo chiama ancora così) e mentre traina la sua macchina in panne la fa accomodare accanto a lui alla guida del camioncino, «ché si sta più comodi». E lì, in una nemesi sublime e terribile, mentre rimorchia la sua macchina, tenta di rimorchiare anche lei fino al «se hai ancora bisogno, chiamami»; con parallelo sfoderamento del biglietto da visita. Tutto bello sporco di grasso.

1 commento:

filoderba ha detto...

hi hi hi. ad ogni modo: uè cosciona! le supera entrambe ampiamente.