venerdì 23 aprile 2010

Sempre per partito preso

P.s. Belen smentisce la rottura (non la lite): «Sto ancora con Fabrizio Corona». Proprio come Gianfranco Fini.

Per partito preso

Dal Giornale del Popolo del 23 aprile
Come tutte le grandi storie all'inizio il mondo la snobbava. Tutti a credere che sarebbe durata poco, giusto il tempo di abbronzarsi a vicenda l'uno con la luce riflessa dall'altro. Perché certo entrambi traevano reciproco vantaggio dallo stare insieme. Non è questione di sentimento, ma di passione e di necessità. Se fosse solo sentimento la rottura non sarebbe così devastante. I piatti da tirarsi dietro diventano le interviste ai giornali, i gesti di stizza compiuti a favore di telecamera, l'accusa reciproca di bugie e tradimenti. Un finale (ammesso che lo sia) così movimentato è paradossalmente la spia di un legame solido, forte, tormentato e necessario. Necessario perché solo due persone davvero unite possono spendere un capitale di rabbia repressa dall'essersi lentamente rese indispensabili l'una per l'altra. Funziona così: all'inizio ti sembra tutto un gioco e poi un giorno scopri che di quel tizio che nemmeno ti fa la carità di ascoltare le tue lamentele e le tue sacrosante richieste di essere più presentabile, più trattabile, più aperto al dialogo, di quello lì che dopo due mesi non ha ancora montato le mensole, non puoi fare senza. Buttare tutto all'aria in queste condizioni significa creare un baccano immenso, distruggere con rabbia e follia. Non c'è traccia di lucidità, solo animale istinto di sopravvivenza, tanto nell'andare quanto nel restare. Belen Rodriguez ha lasciato Fabrizio Corona distruggendogli la casa. Gianfranco Fini ha fatto più o meno lo stesso con Silvio Berlusconi e il partito che avevano costruito insieme. Ora Corona dice che non è vero niente, Fini che continuerà a dire quel che pensa senza abbondare il Pdl. In fondo stanno tutti insieme per partito preso.

venerdì 9 aprile 2010

E vissero vestiti e contenti

Dal Giornale del Popolo del 9 aprile
Il commesso gli ha chiesto se ci ha pensato bene, se è sicuro, se lei è la donna giusta e se con la cravatta se la sente di osare oppure no. «Anche se è chiaro che non vuoi un abito classico, no?», chiede con fare complice al futuro sposo e alla ficcanaso improvvisatasi consulente fashion per un amico. Assicuratosi che la ficcanaso non sia la sposa, il commesso ci rivela che al giorno d'oggi molti uomini vanno a comprare il vestito per il gran giorno insieme alla futura moglie, mettendo subito in cantiere vagonate di risentimento che la suocera tirerà fuori a tempo debito. Certo, occorrerebbe pure sapere qualcosa dell'abito della sposa. Che ovviamente lui (ancora qualche tradizione è rimasta) non conosce affatto. Toccherà alla ficcanaso sussurrare all'orecchio del commesso che sarà fatto così e così, ma solo indicazioni a grandi linee perché, ecco, la sarta ha avuto una miriade di altri impegni e dunque siamo ancora lontani dal modello definitivo. Al momento di scegliere la camicia abbiamo appreso che il mio amico dovrebbe coltivarsi un po' (alias: rasarsi) la peluria sul petto, pena un terrificante effetto vedo non vedo dovuto alla stoffa particolarmente leggera della camicia. Abbiamo cambiato camicia. Tempo di arrivare alla scelta della scarpa avevamo imparato decine di cose e di tendenze, come quella di sposarsi sulla spiaggia, che pare sia un'opzione molto in voga in una generazione che, inconsapevolmente, deve tutto a Brooke e Ridge che almeno un paio dei loro matrimoni li hanno celebrati a piedi nudi di fronte all'Oceano. Quando il commesso ha chiesto alla ficcanaso come si vestirà lei, il viso del futuro sposo si era già riempito di puntini rossi. E siamo ancora lì a chiederci se sia allergia allo shopping o al grande passo.

venerdì 2 aprile 2010

Il compleanno è mio e lo decido io

Dal Giornale del Popolo del 2 aprile

Abbiamo stabilito che avrò un anno in meno ancora per un po'. Abbiamo stabilito che non è conveniente festeggiare il compleanno quando gli amici cattolici digiunano per il venerdì santo e gli altri stanno facendo le valigie per la Pasqua con chi vuoi. Abbiamo stabilito che se ne riparlerà dopo Pasqua perché i compleanni sono roba per allietare i giorni feriali, non per invadere quelli festivi. Le feste accorpate sono un'invenzione di chi tenta di cavarsela con l'orrida pratica del regalo cumulativo, è per questo che se non si può scegliere il giorno di nascita, di certo si evita di sposarsi, per dire, il giorno di Natale. Le ricorrenze la cui data si può scegliere vanno posizionate in momenti dell'anno in cui sai che un regalo ti renderà felice e una ricorrenza dimenticata ti offrirà la scusa giusta per lamentarti, offenderti, deprimerti, graffiare, urlare, mettere il muso: insomma tutto quello di cui (alternativamente o contemporaneamente) una donna ha bisogno per eliminare periodicamente le tossine del risentimento. Noi abbiamo aperto una nuova frontiera decidendo che io non compio gli anni oggi e dunque risparmierò alla gente torte con candeline, gentilezza, voglia di chiacchierare. Festeggeremo la settimana prossima quando avremo tempo per farlo e quando ci andrà. Non abbiamo ancora deciso il giorno. Il che mi permetterà di arrabbiarmi per ogni giorno in cui non ci sarà un regalo, una sorpresa, un fiore, un fuoco d'artificio, un pacchetto regalo. Ancora un po' di applicazione e decideremo che ne ho compiuti 24.