venerdì 29 agosto 2008

Ditelo con un fiore

Dal Giornale del Popolo del 29 agosto

Il fiorista filosofo mi mancava. Aperto sette giorni su sette, dalle 8 alle 20:30, lui, a differenza dei commessi dei negozi fighetti che vengono oggetti di design, non ti sbatte fuori in malo modo se arrivi trafelata cinque minuti prima dell'orario di chiusura. Una ragazza perennemente sull'orlo di una crisi di nervi ha bisogno di questo. L'ho scoperto l'altra sera, quando non disponendo di un'enoteca in cui comprare una bottiglia di vino mi sono precipitata da lui per non arrivare a cena a mani vuote. Scegli i fiori, fissi la cifra, e poi «ti fidi del fiorista?». «Certo», gli ho detto. Mi sono lasciata fregare sul più bello da gente che conoscevo da anni, vuoi che neghi la mia fiducia a un fiorista conosciuto cinque minuti fa? Dalla fiducia agli argomenti scabrosi il passo è breve. «Si è capito perché gli uomini hanno smesso di regalare fiori alle donne?». Sogghigna, con l'occhio socchiuso di chi conosce il segreto. Non ci sono di mezzo i suoi affari, spiega, lui può campare benissimo col business immortale dei fiori al cimitero; semmai il problema è culturale, con il cimitero del romanticismo che apre per forza di cose le porte a quello dell'eros, sempre che decidiamo di non scomodare quello dell'amore. Io stavo ancora aspettando il resto mentre lui frugava nei ricordi di un'adolescenza in cui ragazze bellissime ci cascavano come pere cotte vedendo la graziosa casa di quel giovanotto che pur vivendo solo non si faceva mai mancare i fiori in casa. Solo a pera ormai cotta a puntino, quando gli insulti scolorano in bonarie prese in giro, lui svelava di essere un fiorista. E allora mi sono chiesta: ma oggi, vedendo la casa di un aitante single piena di fiori noialtre scapperemmo a gambe levate attanagliate dai dubbi sulla sua eterosessualità?

Foto: Sister's

giovedì 28 agosto 2008

martedì 26 agosto 2008

Abbronzatura e voodoo

La domanda del lunedì di oggi è: perché la gente si sente in dovere di commentare l'abbronzatura del prossimo? ("Quand'è che l'abbronzatura è tornata di moda?", si domandava Samantha a una festa in piscina).
Un'altra domanda (suggeritami): Ci sono prove certe della effettiva utilità dei riti voodoo?

venerdì 22 agosto 2008

L'esame di coscienza


nuovi dei
Inserito originariamente da lyonora

L'estate tecnologica (degli altri) è cominciata prima dei caldi. Tutto un rincorrersi di "non sai chi ho trovato su facebook". Si va dai fidanzatini delle elementari, ai flirt estivi (per chi ne conosce ancora il nome), ai compagni di università. L'entusiasmo dilaga al vedere le foto truffaldine (sono tutti fighissimi, su facebook e in chat) di quei reperti dissepelliti dalle magnifiche novità della tecnologia. Email, cellulare (pure con gli mms da qualche mese), blog, chat. Io credevo di essere al passo coi tempi e invece oggi se non hai un facebook (non chiedetemi cosa sia) non sei nessuno. Cioè. Non sei nessuno per i fidanzatini delle elementari. Si potrebbe argomentare che se una persona la si è dimenticata e persa di vista evidentemente non era così fondamentale nella nostra vita. Ma la cosa non finisce qui. Pure con il vicino di scrivania ci si può e ci si deve incontrare su Facebook e parlare in chat. E io lo so che non dovevo infilarmi in questo argomento, che sono bastate una manciata di righe per farmi sentire l'anziana retrograda che ero prima delle vacanze. Adesso che l'abbronzatura se n'è andata, adesso che mi sono persino dovuta piegare all'onta dello scrub casalingo per evitare di perdere pezzi di pelle in giro per il mondo, adesso che le giornate si accorciano di nuovo, adesso che la lavatrice non funziona ancora e le birre in frigo stanno per finire. Proprio adesso mi dovevo fare questo esame di coscienza tecnologico. Mi sentivo come un ombrellone chiuso nella spiaggia di fine agosto quando è risuonato il trillo. Un messaggio in chat. Dall'altra parte del mondo c'era un amico (non un reperto delle scuole elementari) che mi prendeva in giro bonariamente e mi consolava come solo lui sa fare. Tutto è bene quel che finisce bene.

martedì 19 agosto 2008

Di noi tre


title?
Inserito originariamente da lyonora


venerdì 8 agosto 2008

La storia dell'estate

È quella tra Sienna Miller e il ricchissimo Balthazar Getty. In questa storia c'è tutto, l'amante che dice "lui è la moglie non stavano più insieme", il fedifrago benvestito, la moglie che non dice nulla perché dalla sua ha quattro figli e una Kelly al braccio. Da seguire. Qui, ovviamente.

La badante tecnologica

Questa del gatto da guardia è una delle bellissime foto di Leonora che era con noialtre in Messico e pure a Cuba lo scorso anno. Trattasi dell'unica fotografa in grado di insidiare il primato della mia prima fotografa di riferimento. Che fa meno foto ed è molto meno tecnologica. Leo invece ha tutto: flickr, fotoblog e un sacco di altre diavolerie da Geek, ovvero da maniaca della tecnologia. Dovrebbe essere, se non fosse troppo occupata col caso di Garfield, la mia badante tecnologia. E invece io sono qui che la cosa più complicata che so fare in questo blog è associare dei link alle parole (per questo ne ho messi così tanti nelle righe precedenti).

Il mio regno per una lavatrice

Questa Ficcanaso non mi piace, ma la pubblico lo stesso. Tiè. È comparsa sul GdP di oggi, 8 agosto.

Diciamo che l'equivoco comincia in tenera età, quando i parenti elargiscono sorrisi alle notizie dei successi scolastici dei più piccoli. Eh che bello, ma questo bambino scrive benissimo, uh ma sa pure far di conto, diverrà grande matematico. E quell'altro. Oh quell'altro sarà di certo un ottimo giornalista. E che prestigio eh? Vedere il nome del proprio pargolo in calce a una manciata di righe. Eh sì sono soddisfazioni. È in quei momenti, credo, che si inizia a sopravvalutare l'attitivtà intellettuale. Poi succede che si cresce. La parola "rogito", in particolare, segna l'inesorabile passaggio all'età adulta, vale a dire quella dei debiti, delle macchie sulla pelle, delle responsabilità, delle raccolte punti al supermercato, dei fidanzati di ritorno. È in quell'età adulta che ciascuno si illude di non raggiungere mai (no giuro che le raccolte punte quelle mai) che si capisce l'inifinita vanità dell'attività intellettuale. Quando l'impellente necessità di una lampadina ti costringe a mettere a rischio la manicure, quando la gente ti parla come se tu conoscessi il significato della parola contatore, quando a distanza di tre ore l'uno dall'altro si rompono la televisione, la lavastoviglie, lo scaldabagno. È lì quando capisci che ciascuno di quegli arnesi costa come tre paia di scarpe che capisci tutto. Che al giorno d'oggi se non sai cambiare una lampadina non sei nessuno, che cento uomini romantici e parolai non valgono un maschio bricolage e che l'attività intellettuale è un lusso per qualche ricca signora. O per quel genio della mia amica che si è sposata un elettricista.

mercoledì 6 agosto 2008

martedì 5 agosto 2008

Corteggiamento

Da un divertentissimo pezzo di Mariarosa Mancuso sul sito del Foglio:

«Il corteggiamento, lungo e fantasioso, è l’unico antidoto finora conosciuto al sospetto che gli uomini scopino per default. “Basta che respirino”, dice la saggezza popolare italofona. “Toutes qui bougent, sauf les pendules”, conferma la saggezza popolare francofona. Nel linguaggio di Hollywood, è lo scambio di “Harry, ti presento Sally…”. Spiega Harry: “Un uomo non può essere amico di una donna perché di solito se la vuole scopare”. Chiede Sally: “Ma allora un uomo può essere amico solo di una donna brutta?” “No, di solito vuole farsi anche quella”, risponde lui, in un attacco di sincerità. Per questo bisognerebbe salvare il corteggiamento dall’estinzione. Lasciando stare i panda, che non interessano a nessuno».