venerdì 25 agosto 2017

Non ci sono più gli inbox di una volta

Dal Giornale del Popolo del 25 agosto
Mi ha scritto Maureen, Happines Engineer di Wordpress. L’ha fatto per ricordarmi che un certo dominio che ho acquistato quando ho pensato che la Ficcanaso dovesse diventare adulta (almeno sul web) sarà rinnovato per un anno. Ho pensato che ho ancora tempo per decidere se diventare adulta. Spesso mi scrive anche Camilla di Zalando, per invitarmi a provare i “look rinfrescanti” pensati per me in questa estate afosa oppure per regalarmi un codice sconto. Mi scrive spesso anche un esperto di social media che mi ricorda quanto sia importante aggiornarsi continuamente su mezzi di comunicazione di così alto spessore. Mi scrivono regolarmente i miei amici della rassegna stampa mattutina, quella che ho attivato il giorno cui ho detto basta alla disinformazione. Mi scrivono i corrieri UPS o DHL per permettermi di monitorare il viaggio emozionante del pacco che contiene l’ultimo acquisto. Mi scrive Twitter per dirmi che qualcuno ha twittato qualcosa che ha fatto ridere un sacco di gente e che – novità degli ultimi giorni – qualche tweet è stato incluso nelle news on line di un giornale (e mi fanno tenerezza i giornali a dire “su Twitter si parla di noi” e Twitter a dire “i giornali parlano di Twitter”, tutti a esibire una visibilità che non vale più nulla). Dimenticavo uno dei più fedeli: Facebook che mi ricorda amorevolmente i compleanni dei miei amici virtuali e mi invita a fargli sapere che sono nei miei pensieri. E come dimenticare Runtastic e i suoi indispensabili consigli sulla pancia piatta e i modi migliori per allenarsi. Lo spazio nel mio inbox sta per finire e cerco di ricordarmi a quando risalga l’ultima mail di una persona reale. Forse erano anni fa, un’era geologica in cui si flirtava persino via mail. Forse è il caso di disdire tutte queste newsletter. Ma come faccio a dare un dispiacere del genere alla Happiness Engineer di Wordpress?



giovedì 24 agosto 2017

Le vacanze dei pessimisti

-->
Dal Giornale del Popolo del 18 agosto
Non importa che siate alle prese con le lavatrici da rientro, quelle da partenza o quelle da vacanza in corso. Anche adesso, in questo ultimo pezzetto di agosto, il mondo si divide nelle due uniche categorie che resistono ad ogni stagione e situazione: i pessimisti e gli ottimisti. Noi e voi, insomma. Il pessimista, che ha il talento naturale di trovare il lato peggiore di ogni cosa, usa le vacanze per preoccuparsi ogni giorno di una cosa diversa. Un’attività decisamente usurante, che richiede un esercizio costante e non ammette pause. All’inizio delle vacanze il pessimista ha mediamente un paio di giorni di shock per aver omesso dal bagaglio tutti i gioielli e inserito troppe paia di scarpe. Ha dovuto operare delle scelte, come chiunque nella vita, e ovviamente ritiene sbagliatissime le sue scelte. Nella prima settimana di vacanza si lamenta perché “non riesce veramente a staccare dal lavoro”. Segue una fase di insofferenza tremenda verso l’eventuale prole che lo distrae dal libro che vorrebbe leggere. Se il pessimista, in vacanza, si trova accompagnato da un partner riuscirà a litigare con fantasia e generosità. Ovviamente due giorni dopo la partenza del partner il pessimista è a pezzi perché è rimasto solo. E litigare da soli, purtroppo, è molto difficile anche per un pessimista. Verso la fine della vacanza il pessimista è in astinenza acuta da città, freme per riabbracciare la routine che lo ha logorato per un anno intero e per avere, finalmente, un motivo solido e sicuro di lamento. Per il pessimista il giorno migliore è la vigilia del rientro al lavoro: sa che dal giorno dopo non avrà più distrazioni, se non quella di crucciarsi, almeno fino a Natale, di non avere tempo di fare nulla (tranne lamentarsi).

Sole, cuore e telefono


Dal Giornale del Popolo del 4 agosto 
Hai cercato un albergo vicinissimo al mare, uno da cui poter vedere la riva e il parchetto giochi nello stesso momento, correndo il rischio di diventare strabica ma senza necessariamente muoverti dal lettino. Non importa quanto vicini siano i luoghi di interesse di bambini e adulti e neanche  quanto tu sia stata disposta ad investire per trovare l'albergo perfetto: il tuo posto di madre sarà sempre a fare da palo accanto allo scivolo, seduta sui gradini di cemento di fianco alle cabine e ai bagni a giocare al Lupo Mangiafrutta e vedere le evoluzioni delle creature sullo scivolo. Da piccolissime lo facevi per sorvegliare che non si schiantassero, ora che avrebbero l'età per stare da sole pretendono la vicinanza che non hanno durante l'anno. È una settimana all'anno, non puoi non farlo, ti ripeti cercando di non pensare alla vicina di ombrellone la cui tata spalma di crema le bambine e le porta a fare i tuffi dal pedalò. Le madri con l'abbronzatura perfetta fanno dei sacrifici anche loro, e spesso sono più intelligenti di quelli che facciamo noi. Ma la distrazione dello scivolo non sarebbe ancora nulla in questa prima settimana di ferie, l'unica in formazione completa che le agende di due adulti mediamente impegnati siano riuscite a trovare. Succede che in ufficio si lavori ancora e che tu risponda a mail e telefonate. "Non sei il capo, perché devi rispondere" obietta l'adulto maschio vantandosi di non aver mai ricevuto telefonate e di aver usato il telefono solo per motivi personali in questi giorni. Incassi, ti prendi gli insulti di quella che non sa organizzarsi e anche la predica su quanto sia importante staccare. Per fortuna nella zona scivolo dei bagni il telefono prende benissimo.