venerdì 20 luglio 2012

Isn't it ironic?

Dal Giornale del Popolo del 20 luglio

Forse il video di Ironic non l'avevamo mai visto. Quando la canzone di Alanis Morissette risuonava nei nostri walkman era il 1995 e non era ancora il tempo in cui ogni cosa si cercava su Youtube. In quella che fu una delle prime estati col motorino sempre sotto il sedere (ci sedevamo proprio sul bordo del sellino come cantava Jovanotti in una sua canzone) ascoltavamo questa ragazza canadese cantare quanto la vita possa essere divertente, ingiusta, generosa, inflessibile e poi, appunto, ironica. Perché la sua canzone più famosa raccontava di un mr. Sicurezza che aspetta tutta la vita per prendere un aereo e poi il giorno che si decide a superare la paura precipita nel vuoto. “È come un cartello di vietato fumare nell'unico momento della pausa sigaretta, è come diecimila cucchiai quando tutto quel che ti serve è un coltello. È come incontrare l'uomo dei tuoi sogni e poi incontrare la sua bellissima moglie”. “E non è ironico?” si chiedeva questa cantante allora sconosciuta e che anni dopo sarebbe stata mollata dal fidanzato famoso (Ryan Reynolds) per Scarlett Johansson. Così all'ammirazione per il suo talento si univa la solidarietà istintiva che si prova per una ragazza normale mollata per una bomba sexy. Però siccome la vita è ironica e un giorno ti butta a terra e il giorno dopo architetta felicità prima impensabili, Alanis Morissette oggi è un'altra persona. Il cuore a brandelli è roba del passato e nel presente ci sono un compagno innamorato e pure un figlio. L'altra sera ha cantato a Milano e molti di noi, adolescenti durante il suo album d'esordio, erano lì ad ascoltarla. Altri erano trattenuti a casa da poppanti egoisti. Avere Alanis a due passi e non poter andare al suo concerto. Non è ironico?

venerdì 13 luglio 2012

Clicchiamo ancora le stesse cose

Dal Giornale del Popolo del 13 luglio

Come in ogni guerra che si rispetti ci sono gli sfollati e i coraggiosi della prima linea. Donne e bambini parcheggiati nelle taverne di case lontane. Uomini in città a fare la spola tra casa e ufficio. Dal fronte telefonano ogni sera. Dalla cornetta il lamento della solitudine metropolitana e poi quei rumori di bicchieri e pure una musica leggera in sottofondo. «Cosa vuoi, non posso mica stare sempre in casa?». E certo, meglio una birretta coi colleghi che intere sessioni di videogiochi a tarda notte per riempire il silenzio di una casa pulita e deserta. Da quaggiù ci sentiamo colpevoli per le ore di mare, i saldi, l'ozio goduto senza ritegno. Perciò nessuna domanda può essere inquisitoria. Che in fondo, se le piante non vengono annaffiate è lo stesso: stavolta moriranno per un motivo serio. E no che non è grave se il letto non viene rifatto da una settimana. E nemmeno è un problema questo fatto che sentirsi al telefono è diventato impossibile adesso che gli orari sono così diversi e incompatibili. Per parlare di cosa poi? Cosa possono avere da dirsi persone che vivono in pianeti diversi? Qua non ci sono gli autobus e non si leggono i giornali. Le tre tacche del collegamento wirless sono un lusso da festeggiare a champagne. Intanto lassù la vita continua con tutte quelle cose che si considerano importanti per la maggior parte dell'anno, a cominciare dai giornali e dai dibattiti politici televisivi. Così ci ritroviamo a discutere delle foto “rubate” in cui Belen e l'attuale fidanzato danzano in acqua in stile Dirty Dancing con costumi ridottissimi e pose a favore di telecamera. E fieramente ci si stringe il cuore a pensare come tutto al mondo passa e quasi orma non lascia: un po' di anni fa era Borriello, lo scorso anno Corona. Estate che vai, scatti bollenti che trovi. E noi non abbiamo niente da dirci. Ma clicchiamo ancora le stesse cose.

lunedì 9 luglio 2012

Il tempo di parlarne

Dal Giornale del Popolo del 6 luglio

Di Katie Holmes dopo Tom Cruise. Del fatto che anche coi tacchi resterà l'attrice sciatta che si faceva fotografare coi capelli bagnati per le strade di New York. Del fatto che l'unica domanda che ci facciamo su quel divorzio è come si divideranno le scarpe della figlia Suri. Del fatto che Paola Ferrari si sente danneggiata nella sua immagine e per farsi giustizia non cita in tribunale i medici e i truccatori della Rai bensì il popolo di Twitter che l'ha presa in giro durante Euro 2012. Del fatto che Carla Bruni ha smentito seccamente di essere incinta di nuovo e si è detta pure offesa dalle illazioni dei media che scambiano per secondogenito quello che è ancora il grasso della prima figlia. Del fatto che mai avremmo pensato di sentirci solidali con la moglie di Nicolas Sarkozy, una che la galassia delle grasse non pensava nemmeno esistesse e ora ci si ritrova imprigionata senza una macchina del grasso per tornare indietro. Del fatto che Mario Balotelli e Raffaella Fico trasformano l'Italia in una succursale di Beautiful con 'sta storia del test di paternità. Di tutto questo potremmo parlare perché l'attualità è ricca e feconda. Ma noi parleremo del tempo. E dunque del caldo, degli acquazzoni, dei panni che si asciugano in trenta secondi e del fatto che siamo state costrette ad accendere l'aria condizionata. Del fatto che quello lì ci ha guardato come se avessimo rubato la pensione a una povera vecchietta quando abbiamo confessato di non aver mai pulito il filtro del condizionatore in vita nostra. Noi parliamo del tempo con consapevolezza e perizia come ci ha insegnato Studio Aperto perché voialtri possiate scandalizzarvi di chi parla del tempo mentre boccheggiate per le strade.

mercoledì 4 luglio 2012

Partenze intelligenti

Dal Giornale del Popolo del 29 giugno

La settimana è iniziata con una focaccia congelata davanti alla porta di casa. «Così ci ricordiamo di prendere la bottiglia d’acqua che ho messo in freezer», sentenzia il guidatore prima di iniziare a caricare i bagagli. Nemmeno la partenza meno intelligente della storia poteva fermarci e così alle tre del pomeriggio siamo effettivamente partiti. Ora che a fermarci non c’è il limite di peso della valigia imposto dalla compagnia aerea, l’unico limite è l’abitacolo dell’auto. E ci piace tirare la corda anche in questo caso: così abbiamo preso più paia di scarpe di quante potremmo indossarne in un mese e oggi, a metà della prima settimana di ferie, ci sentiamo in colpa per aver indossato fino ad ora solo le infradito di gomma.  “Domani sera usciamo a cena” proponiamo pensando che così potrà arrivare l’occasione di un discreto tacco. Non abbiamo nessuna guida Lonely Planet in valigia, in compenso ci sono vestiti di taglie minuscole, viveri, computer, film da vedere la sera e pure una discreta quantità di libri. Troppe cose, come al solito. E il fatto che in questa macchina siamo in più d’uno non è affatto un alibi. Mia madre ricorda con fierezza il tempo in cui caricava i bagagli di cinque persone in partenza per un mese in Croazia su un’unica Uno Bianca. Ma le macchine per andare in vacanza sono come le borse di noi donne: più sono grandi più le riempi, l’utilità è un dettaglio trascurabile. Abbiamo anche degli aggeggi per ascoltare della musica in ogni situazione e abbiamo persino comprato un abbatti mosche per giustiziare le fastidiose compagne delle nostre serate. Questa è forse l’unica cosa che ci differenza dalle persone che hanno scelto la nostra stessa meta. Loro indossano i proverbiali calzini bianchi sotto i sandali, mangiano gli spaghetti col cucchiaio e vivono le travolgenti gioie della mezz’età.