venerdì 28 settembre 2012

Minetti e le tagliatelle di nonna Pina

Dal Giornale del Popolo del 28 settembre
Il salumiere del supermercato ha 23 anni e un figlio di tre che gli ha cambiato la vita. «In meglio», specifica mentre flirta gastronomicamente con una signora di mezz'età che sta prenotando la trippa per sabato. «Ma solo se me la prepari tu, eh» butta là dall'alto del suo mocassino comodo. «E tu quanti anni hai?», domanda a bruciapelo voltandosi verso chi sta innocentemente scannerizzando il banco dei formaggi non grassi. «Ah, pensavo meno». Con il sospetto molto forte che non sia propriamente un complimento vi avviate alla cassa e arrivate a casa con un primosale e una ricotta di capra, giusto i viveri sufficienti per scoprire che Antonella Clerici non comprerà mai più costumi Parah. Il marchio ha infatti fatto sfilare la consigliera regionale lombarda Nicole Minetti durante la settimana della moda milanese e questo Antonella non l'ha proprio digerito. Apprendiamo da numerosi siti internet che centinaia di donne si sentono “tradite” dal marchio esattamente come la conduttrice televisiva. E noi stolte che, distratte dalla più grave crisi estetica della nostra vita, avevamo sottovalutato l'energia civile e rivoluzionaria delle tagliatelle di nonna Pina. Antonella Clerici non indosserà più costumi Parah e al boicottaggio si dicono pronte schiere di donne indignate. È emozionante scoprire il valore simbolico del bikini e questo gesto così coraggioso di tante donne, magari in sovrappeso come noi, che in una efficacissima nemesi useranno il loro corpo per dire basta. Lo faranno coprendosi. E allora forse la sfilata di Nicole Minetti acquisterà davvero un senso.

venerdì 7 settembre 2012

L'intelligenza è femmina

Dal Giornale del Popolo del 9 settembre

Per ragazze come noi, ferme a una visione retrograda e reazionaria del mondo, l'intelligenza è sempre stata un premio di consolazione per le racchie. Uomini altrettanto retrogradi e impresentabili quali quelli che frequentiamo aggiungono: “In fondo a me basta la mia intelligenza, non ho bisogno di trovarla in una donna”. Di più: l'intelligenza della partner costringe l'uomo a una condizione di sudditanza pressoché perenne, destinata a capovolgersi solo in caso di demenza senile. Comunque, sempre troppo tardi. I maschilisti più convinti e irredimibili dicono addirittura che l'intelligenza femminile è sempre un miraggio, dunque tanto vale non illudersi. Per darsi un tono citano pure la teoria di Oscar Wilde sul sesso decorativo. Altri ancora preferiscono avere amiche intelligenti e mogli sciocche, fornendo così una declinazione intellettuale del famoso adagio popolare per cui gli uomini escono con le sciacquette ma poi sposano le sante: escono con le intelligenti e sposano le stupide. Può capitare (dato che c'è ancora qualcuno che crede all'amicizia tra uomini e donne) che le mogli stupide si trovino confrontate con le amiche intelligenti dei mariti. A quel punto occorre recitare la parte della sposa devota ai neuroni del proprio uomo e caricare con puntiglio la lavastoviglie mentre la conversazione scivola su argomenti distanti anni luce dalla french manicure. Non parlate mai di quello che vi sta a cuore (tipo: Kristen Stewart e Robert Pattinson si rimetteranno mai insieme? E dunque: un uomo può perdonare una donna che tradisce?) e annuite serene. Nessuno rompe mai le scatole a chi ha l'intelligenza di vendere bene la propria stupidità.

L'arte di litigare

Dal Giornale del Popolo del 31 agosto

Forse è tutta colpa di queste cucine moderne, talmente educate che i cassetti non sbattono neanche se li tiri con tutta la forza che hai in corpo. C’è un meccanismo perfetto che li rallenta a un secondo dall’impatto, così viene neutralizzato uno degli ingredienti base di ogni buon litigio: sbattere le cose prima di sbattere in faccia all’altro una miriade di dettagli per girare intorno al vero motivo. Perché insomma lo vogliamo dire una buona volta o no che le camicie non si tolgono come magliette e insomma non ci vorrà mica una scienza a capire che i bottoni vanno slacciati prima di togliere la camicia, no? Ma forse non c’è tempo perché bisogna essere bene attenti a individuare con precisione il centro della sala da pranzo e abbandonare lì le scarpe appena entrati in casa. Per non parlare dell’occuparsi di quei piccoli lavoretti di casa, motivo per cui una ragazza contemporanea si mette in casa un uomo. E invece la finestra della stanza da letto sta per marcire in attesa di essere riparata per non parlare del motorino a un passo dalla rottamazione. E poi non è possibile che non cucini mai. Oggi tutti gli uomini trovano così chic mettersi ai fornelli che non si capisce perché proprio quelli che ci siamo portate in casa noi non distinguano uno scolapasta da una pentola antiaderente. E poi il cellulare. Che sta di fianco a te sul tavolo come un figlio sul seggiolone. Odio che lo controlli ogni trenta secondi mentre. Sì, ecco, mi trascuri. Sono stufa e torno da mia madre. E voglio stare un po’ da sola perché tu mi lasci troppo da sola. E mentre siamo qui a emulare uno dei più grandi insegnamenti di vita di Elio e le storie tese (Cara ti amo) mi è sfuggito il cassetto di mano. E non faremo pace finché non mi porterai ai Caraibi.

Il vero lusso è child free

Dal Giornale del Popolo del 17 agosto
Dice «l'ho trovato». Ha trovato l'albergo che merita i loro risparmi di un bel po' di mesi, il luogo oltre le cinque stelle in cui spendere (è il caso di dirlo) gli ultimi giorni di questo afoso agosto. Il posto dove il vero lusso è non vedere mai gli altri ospiti e al giorno d'oggi pagare per la solitudine pare estremamente chic. Dice che servono la colazione nella verandina privata che si affaccia sul mare. E poi, dice, è comodissimo perché pur costando come un viaggio ai Caraibi andata e ritorno, non è troppo lontano da casa. Hai visto mai che succeda qualcosa. Ovviamente c'è la wireless ovunque, forse pure sugli scogli. Dice che ti prestano anche un computer se tu non vuoi portarti il tuo e certo che con quei soldi potrebbero pure regalartelo un computer, ma suvvia. Cerchiamo di essere persone di mondo. Vivere al di sopra delle proprie possibilità ha un costo anche culturale. Dunque, dice, dovremmo fare colazione senza strafogarci e infilarci i panini in tasca da portare in spiaggia. Dice che però c'è un problema. Ha consultato le tariffe divise per stagioni e facendo una botta di conti l'unico periodo in cui potremmo andare in quel posto senza accendere un mutuo è novembre-dicembre. Obietto che la verandina sul mare potrebbe essere inagibile in quel periodo e troviamo un compromesso sul prossimo aprile. Tra poco più di sei mesi andremo in vacanza in un posto meraviglioso. Un posto fantastico in cui i bambini sono vietati fino a dieci anni. Ci guardiamo interdetti rendendoci conto che quello che abbiamo sempre considerato un benefit oggi ci crea qualche problemino. Potremmo assoldare qualche militante pro life per gridare alla discriminazione, ma non c'è tempo. Dobbiamo trovare uno straccio di mare dignitoso per la settimana prossima. E il primo lusso è non finire a Cesenatico.