Dal Giornale del Popolo del 21 dicembre
Potreste non leggere queste righe
perché il mondo sarà già finito. Potreste leggerle con un sospiro
di sollievo perché non è finito. Potreste essere ancora diffidenti
perché con questa storia della profezia Maya non si è capito
secondo quale fuso orario dovremmo aspettarci la definitiva e
rovinosa chiusura dei giochi. Un evento che ci libererebbe dai
dilemmi che ci fanno sentire persone brutte e ottuse. “Dici che si
accorge se il regalo glielo diamo tre giorni dopo, così non facciamo
code nei negozi? Ma soprattutto: siamo proprio sicuri che una bambina
di otto mesi abbia bisogno del regalo?”. Giusto il tempo di pensare
che sono tutti sobri, coi regali degli altri, che il dilemma muta e
si sposta. Esiste un dress code per le feste natalizie? E se il clima
natalizio si somma a quello matrimoniale chi vince? Nei suoi lunghi
anni da professionista di matrimoni la ficcanaso aveva conosciuto una
battuta d'arresto considerevole e provvidenziale perché collocata
nel periodo di massimo sovrappeso mai conosciuto. Niente matrimoni
per un anno e poi ne arriva uno a tradimento: tre giorni prima di
Natale, la partenza per nuovi lidi rimandata, il dilemma della baby
sitter, il vestito in cui entrare, la pioggia, la tentazione di
addobbarsi con lucine intermittenti rubate all'albero di Natale e
lasciare che la sorte faccia quel che deve. Quello di domani è
l'ultimo matrimonio dell'anno e anche il primo. È quello su cui
ironizzavamo da mesi: proprio il giorno dopo la profezia Maya, cos'è
un tentativo di sfidare la sorte? Esattamente. Come ogni matrimonio che si rispetti. E quello di domani ci commuove forse più degli altri. E non solo perché siamo tutti scampati alla fine del mondo.