domenica 19 giugno 2016

Tempo di libertà, tempo di spoiler

Dal Giornale del Popolo del 17 giugno

Scarichiamo, comperiamo, otteniamo quello che ci serve quando ci serve e il palinsesto delle nostre serate televisive ce lo costruiamo autonomamente a seconda dei nostri impegni. È una delle libertà che andiamo celebrando con maggiore fierezza fino a che non mostra il suo lato negativo. Quest’oggi, mentre voi 20 poveracci starete leggendo queste righe, io avrò appena saputo come finisce Gomorra. Ma la verità è che anche adesso, mentre quelle righe le scrivo, so già un sacco di cose delle ultime due puntate che devo ancora godermi davanti alla tv. Giri per l’ufficio tappandoti le orecchie, avvisi tutti i tuoi conoscenti di evitare anticipazioni, eviti pericolose frequentazioni di social network e di giornali. E poi, proprio come quando capiti in un posto assurdo e incontri un ex che non avresti mai voluto vedere, appena abbassi la guardia ti arriva l’anticipazione che non avresti mai voluto sentire. Insomma di Gomorra sai tutto, ma ti mancano ancora i dettagli. Quelli che faranno la differenza tra una serata davanti alla tv e una notte insonne. E arrivi a pensare che, forse, quello spoiler è stato provvidenziale, perché ti ha preparato al peggio che immaginavi dalla prima puntata ma speravi non si avverasse mai. Da domani scatterà la ricerca di una nuova serie tv da attendere con ansia. Almeno fino a che non troverà pace questo meteo inclemente, che ci ha privato dell'estate regalandoci settimane di vantaggio sulla prova costume che abbiamo bellamente sprecato.

L'immagine della donna

Dal Giornale del Popolo dell'11 giugno

Tutta la nostra smania educativa nei confronti dei bambini è riconducibile ai giocattoli di legno. Spendiamo soldi e fatica e rischiamo incidenti domestici perché Dio solo sa quanto siano pesanti da tirarsi dietro quei bellissimi ritrovati in legno da foreste protette. Però sono sacrifici che affrontiamo volentieri per avere la coscienza plasticamente pulita. In fondo è quello che facciamo coi nostri maschi, quando ogni anno a Natale proviamo a rifilargli magliette insolite o quelle cravatte in maglia che ci piacciono tanto. “Eh, sa lui non la indossa, ma sono sicura che possa piacergli”, ho detto una volta a un commesso di Hermés che con la
risposta alla mia provincialissima affermazione mi ha insegnato più di cinque anni di greco e latino: “Se non ce l’ha, c’è un motivo. Noi uomini abbiamo le idee molto chiare”. E voi donne, era il sottotitolo non detto, continuate a regalarci quello che piace a voi invece di impacchettare quel che piace a noi. Uomini e bambini, in questo, hanno un’identica, benedetta, dittatoriale e a tratti invidiabile conformazione mentale. L’altra sera una bambina di quattro anni mi ha chiesto di disegnarle delle bamboline da colorare. Ne ho disegnate venti e in mezzo ce n’erano una con gli occhiali, una coi pantaloni e la salopette, una con un taglio anni Ottanta da Lory del Santo ai tempi d’oro. Le ha bocciate tutte. Ha colorato solo le ultime cinque che, su sua espressa richiesta, erano sorridenti, felici, con vestito e capelli lunghi. Ho guardato sconsolata le costruzioni di legno e i giochi intelligenti con cui l’ho tirata su. E ho continuato a disegnare bamboline figlie di una visione sessista della donna, abbandonando tutti i miei nobilissimi propositi. 

«Mamma, perché Dio continua a creare?»

Dal Giornale del Popolo del 3 giugno

"Mamma, perché Dio continua a creare?". Giugno, pedicure fatta, costume comprato: ancora ci tocca a imprecare contro questo tempo incorreggibile, con la pioggia che continua a rovinare i weekend e a rendere non asciugabili i panni che continuiamo a lavare. "Mamma perché Dio continua a creare?". Da quando, esattamente avevo dichiarato guerra ai carboidrati e perché periodicamente mi ritrovo a farmi questa domanda e a constatare che ha ragione chi proclama che la dieta Dukan riesce a ciascuno una sola volta nella vita? "Mamma, perché Dio continua a creare?". "Bè, perché è Dio". Certo, penso stendendo i panni inasciugabili, che quella scelta un po' casuale della scuola dalle suore sembra funzionare: conosce anche l'esistenza di Dio. "Mamma, perché Dio continua a creare". Al catechismo di una volta si disegnava Dio come un occhio dentro un triangolo e si imparavano i comandamenti, dev'essere che queste scuole moderne cercano sempre spiegazioni più complesse o dev'essere che i bambini di oggi hanno tendenze esistenzialiste. "Continua a creare perché ci ha creati ed è come se uno costruisce una macchina, poi ci deve mettere la benzina". "Mamma, perché Dio continua a creare?". Bello che le creature abbiano certe uscite, tempo di qualche anno ci odieranno come rappresentanti dell'ottuso mondo degli adulti, quindi godiamocela. "Continua a creare - butto là pensando che in fondo è meglio accendere l'asciugatrice anche se siamo a giugno - perché continua a volerci bene". "Ah già, è vero".