venerdì 18 luglio 2008

Istantanee

Ore 17 del venerdì prima di andare in ferie. A qualche minuto dallo scoccare della decima ora di veglia.
(grazie a betta per il prezioso documento)

Partenze e regali in scadenza

Dal Giornale del Popolo del 18 luglio

Quando scadono i regali? Me lo sono chiesta riordinando un cassetto. Tra briciole, barrette ipocalirche, cioccolatini ipercalorici, buste paga, medicinali assortiti e bottigliette d'acqua è saltato fuori un sacchetto newyorkese. Dentro c'era un regalo incautamente acquistato ormai diversi mesi fa. Per qualcuno che non se l'è meritato? Cioè per qualcuno che nel tempo intercorso tra l'acquisto del regalo e la possibile consegna ha fatto qualcosa per farsi negare il regalo? No, per qualcuno che non se l'è meritato mai. Eppure io l'ho comprato lo stesso. Riferimenti culturali, credo. Ci sono persone che la consuetudine ti fa associare a certi oggetti e quando quegli oggetti li vedi in giro, se disponi di una considerevole predisposizione al consumismo, non puoi fare altro che comprarli. Non c'è cosa più bella che fare un regalo non per un'occasione ma per un'associazione di pensiero, credo. E però. I pensieri corrono, la raltà arranca, dunque a volte certi regali restano nel cassetto. Il riciclo, che pure può essere ammesso per reali in stock come quelli di Natale, diventa pratica davvero orrenda nel caso si tratti di regali innescati dalle suddette associazioni di pensiero. E allora, che fare? Un'amica l'altro giorno ha detto che avrebbe dato alla sua ex fiamma il regalo comprato quando la fiamma era accesa. Ho nicchiato, perché so cosa significa cercare una giustificazione a temperatura ambiente a un gesto che segretamente mira ad appiccare un incendio. Quindi. Quindi la mia amica consegnerà il suo regalo con finta aria disinteressata e cuore in gola. Ma io ho sul groppone una meravigliosa custodia per l'Iphone. Qualcuno se la sente di acquistarla per un paio di dollari?
(Foto: Simon)

venerdì 11 luglio 2008

Dress code

Dal Giornale del Popolo dell11 luglio
È come la tizia che guarda la tua borsa feticcio e ti domanda: «Bella, è di pelle vera?». Sorridi pensi "tesoro, questa borsa vale più di me e di te messe insieme e io la pelle finta non la indosserei neppure per una plastica " e passi oltre, segretamente beandoti dell'ignoranza del mondo che ti apre le porte di un sentimento radical chic come l'indignazione. Scuoti la testa per questo post moderno popolato di intellettualoidi che trovano inconcepibile che tu non sappia morte e miracoli del movimento zapatista, ma non si scandalizzano per ragazze che superano la maggior età senza alcun rudimento di alta moda. Questo mondo dimentico del Saper vivere di Donna Letizia in cui il buon senso va sollecitato a colpi di circolari aziendali. Esempio planato sulle scrivanie di amiche e parenti all'inizio dei primi caldi: «Vi ricordo l'importanza, vista la costante presenza di Clienti e Fornitori presso la Nostra Azienda, nel rispetto dell'immagine e del decoro della Stessa, di indossare abiti consoni ad una realtà Aziendale, evitando indumenti come pantaloncini corti, mini gonne e magliette senza maniche. Buona Giornata». Firmato: il direttore delle risorse umane. Sorvoliamo pure sul fatto che un paio di belle gambe da che mondo è mondo non dovrebbe turbare alcun Cliente (maiuscolo) o Fornitore (maiuscolo), questo benedetto "dress code" non è altro che la versione moderna di quel che da sempre ci impongono mamme e nonne. Solo che a noi il collo alto anche d'estate ce lo facevano mettere per andare alla Messa. Sospira, la reazionaria che è in me: non c'è più religione.

venerdì 4 luglio 2008

«Quello che veramente ami non ti sarà strappato. Quello che veramente ami è la tua eredità». No, non è una deriva neofascista

Il paradiso/aggiunta 2

"Un posto dove i rifiuti si smaltiranno da soli". Cavolo continuo a dimenticarmi cose, ma in effetti il paradiso è inimmaginabile!

Il paradiso/aggiunta

Dimenticavo: c'è chi se lo immagina come il posto dove la wireless prende sempre

Il paradiso

Dal Giornale del Popolo del 4 luglio
C'è chi se lo immagina pieno di concerti di Bruce Springsteen. Chi tappezzato di scaffalature piene di libri russi. Chi pieno di cibi golosi che fanno dimagrire. Chi come una boutique in cui tutto è gratis e nessuno può comprare un vestito uguale a quello di qualcun altro. Ma forse il paradiso sarà allo stesso tempo tutto questo e molto di più. Brooke vivrà felice insieme a Ridge e smetterà di innamorarsi a intermittenza di tutti i parenti di lui, la gente smetterà di vivere appesa agli sms, la depilazione non sarà più necessaria, neppure il parrucchiere perché tutti tra le nuvole saremmo tricologicamente perfetti. Il lavoro cesserà di essere utile, i parquettisti saranno disponibili ogni minuto per l'eternità, imbianchini ed elettricisti non si faranno pagare come gioiellieri perché tutto sarà perfettamente candido e illuminato naturalmente. I vestiti floreali di Prada saranno a portata di tutti, i mocassini aboliti, la french manicure scomparirà persino dalla memoria. I cuori infranti saranno sanati, i libri di arte smetteranno di costare un occhio della testa. Il New York Times assumerà giovani imberbi e ignoranti per il puro gusto di renderli felici, le virgole smetteranno di tormentare gli orfani della sintassi, i libri smetteranno di essere scritti da fighetti usciti dalle scuole di scrittura, la ritenzione idrica verrà combattuta per legge, i sigari smetteranno di puzzare per la gioia delle segretarie dei direttori di giornali, Totti imparerà l'italiano, Jovanotti sposerà la sottoscritta, il lavoro sarà un intermezzo occasionale delle ferie. E quando ci annoiassimo un po' ci sarà sempre uno stinco di santo da intercettare.