domenica 11 ottobre 2015

Quelli che fondano start up e quelli che sognano scrivanie

Dal Giornale del Popolo del 9 ottobre

Tizio se n’è andato. Chi resta, nell’ufficio grigio, racconta che ha mollato tutto per fondare una start up. Gli impiegati guardano quelli che hanno preso il volo con gli occhi sognanti e l’immaginazione che galoppa. Si figurano uffici piccoli ma abitati dal design, palestre di creatività, flessibilità lavorativa, il brivido di chi mette in pratica la propria idea sperando ardentemente che sia quella giusta. L’azzardo di essere capi di se stessi e, in qualche caso, anche di altri. In un attimo si passa a far parte della tribù di quelli che gestiscono il proprio tempo, che lavorano da casa e lo raccontano come chi ha trovato l’America nella liberazione dagli orari d’ufficio. Dicono che in questi anni di crisi, cambiamenti, internet, rivoluzione digitale e varietà 2.0, la strada sia questa: tenere aperte sempre tante porte, non fermarsi mai e morettianamente, fare cose, vedere gente. Quelli che il tempo non vogliono per niente organizzarlo, ma solo occuparlo, rimangono nel paleolitico. Quelli che vorrebbero una scrivania, un ufficio, e non si rassegnano al fatto che iniziare a lavorare significhi aprire il computer e sedersi al tavolo da pranzo. Temono che le lunghe sessioni di ricerca di buone idee per emettere fattura li portino solo a guadagnare in massa grassa. Temono una marea di cose. Però in questi giorni di cambio dell’armadio, in questi giorni in cui hanno scosso la testa di fronte ad abiti meravigliosi che non si meritavano un’estate così breve, hanno capito che non hanno un guardaroba da disoccupati. E questo, capirete, è un passo importante.

giovedì 8 ottobre 2015

Le mamme senza cognome

Dal Giornale del Popolo del 2 ottobre

La mamma di Federico è bellissima, alta e ordinata anche se porta due figli a scuola e uno nella pancia. La mamma di Camilla ha molte conoscenze di pedagogia e psicologia dell'infanzia. La mamma di Giuseppe non perde la pazienza davanti all'armadietto che suo figlio utilizza come una tana per nascondersi e perdere minuti di tempo infinitamente preziosi la mattina presto. La mamma di Giulia non dice parole sconvenienti e non guarda l'orologio ogni trenta secondi come se agitarsi potesse servire a rallentare il tempo. La mamma di quelle belle bambine che non conosciamo chiede alle maestre di fornire alle famiglie anche il prospetto annuale delle merende pomeridiane, così da potersi regolare nella compilazione del quadro nutrizionale dei suoi figli. La mamma di Giorgia, adesso che è in maternità, sarebbe felice di dedicare un po' del suo tempo libero alle incombenze del rappresentante dei genitori della classe rossa dell'asilo. Nel suo programma elettorale c'è la promessa di una dedizione che si concretizza con la creazione di un gruppo di WhatsApp per velocizzare e “ringiovanire” le comunicazioni tra genitori. Il giorno in cui ci sarà la recita di Natale o l'epidemia di pidocchi lo sapremo in tempo reale, così da inserire nel calendario e nei promemoria le procedure di emergenza da attivare. Le altre mamme sono molto interessate ai corsi facoltativi di inglese, musica e pittura: vogliono conoscere al più presto il calendario delle lezioni per essere sicure che non si sovrappongano con le sessioni di danza, nuoto e violino delle proprie creature. Alcune mamme sono molto impegnate, altre non riescono a far altro che parare i colpi. Ma tutte hanno una po' di nostalgia dei tempi in cui nei gruppi si WhatsApp avevano un nome e un cognome.