venerdì 29 agosto 2014

Brad, Angelina e i matrimoni degli ex al tempo della consciousness

Dal Giornale del Popolo del 29 agosto

Così alla prossima presunta star che sostiene di essere stata “pizzicata” dai paparazzi saprete che non dovete credere. Angelina Jolie e Brad Pitt si sono sposati il weekend scorso in Francia e nessuno ne ha saputo niente fino a ieri, a dimostrazione del fatto che tenere nascosto qualcosa alla stampa è possibile eccome, soprattutto con l'ausilio di molti stipendiati tra ufficio stampa e gestione domestica. Osservazioni comunicative a parte, è fatta. Il più bello del pianeta ha sposato la più bella del pianeta, compiendo così il gesto più tradizionale e antico di sempre e l'hanno fatto dopo molti di noi e prima di molti altri. Hanno fatto quello che fa un sacco di gente e il tempo – e le esclusive stampa di cui speriamo di usufruire presto – ci diranno come l'hanno fatto. Se con qualche rito officiato da rappresentanti dell'Onu, con quanti bambini adottivi a tenere il velo e portare gli anelli, con che tipo di contratto prematrimoniale e a quale associazione benefica abbiano devoluto fior di quattrini al posto delle bomboniere. E noi che pensavamo di doverci occupare dei matrimoni di George Clooney ed Elisabetta Canalis con i rispettivi (e irrilevanti) nuovi fidanzati. E noi che pensavamo di dover sviscerare il grande tema “quando si sposa un tuo ex” nel tempo della consciousness e insomma di come si possa ostentare indifferenza per un evento che normalmente suscita i peggiori sentimenti per il solo fatto che qualcuno occupa un territorio un tempo colonizzato dai nostri sentimenti. Doveva essere tutto un'altra fine d'estate. Deve averlo pensato anche Jennifer Aniston.

venerdì 8 agosto 2014

Il parrucchiere che vogliamo è senza pietà

Dal Giornale del Popolo dell'8 agosto

Non avrei mai voluto essere nei panni di quella che ha candidamente ammesso di farsi abitualmente la tinta da sola. L'essere straniera deve averle impedito di cogliere fino in fondo il tono del parrucchiere, da parte sua per nulla preoccupato di nascondere il proprio sincero disprezzo. Pochi secondi prima apprezzava i bei lineamenti di una cliente, «certo, c'è anche qualche chilo di troppo. Ecco, chi mi ricordi: Adele, la cantante». Neanche il tempo di illuminarsi e quell'altra si ributtava a capofitto nella lettura delle intenzioni matrimoniali di Elisabetta Canalis e della posta del cuore in cui Eleonora Giorgi discettava sul fascino del manovale raccontato tra mille pudori dalla signora Tullia.  Con uno spirito analogo a quello che ci rende devote ai personal trainer che ci spronano a colpi di insulti, ogni paragone indecente ci rende anno dopo anno più fedeli allo stesso parrucchiere senza pietà. Per andare da lui ci trucchiamo e vestiamo come nelle migliori occasioni. È bravo ma non promette miracoli o comunque non senza la collaborazione della cliente; per questo presentarsi sciatte è un affronto che lui non sopporta. Ecco perché il fondo si è toccato stamattina e non per colpa della signora amante delle tinte fai da te, ma di quell'altra che ha chiesto in taglio molto corto "così dura di più". Ha sospirato, cercato di spiegare che il capello è un'opera d'arte fino a produrre un grande pezzo di “ceraunavoltismo”: «Una volta queste richieste le facevano gli uomini, se oggi sono le donne a pensare solo alla praticità è tutto finito». Gli ho voluto bene una volta di più. E ho pensato che Adele non è certo una brutta ragazza.

giovedì 7 agosto 2014

Piove, tocca buttarsi sulla cultura

Dal Giornale del Popolo del 25 luglio

Nella provincia toscana prescelta per le nostre vacanze non pioveva così tanto da decenni. Lo stesso accade nella gran parte delle località di villeggiatura qui intorno. Precipitazioni insistenti, maledette e democratiche nel rovinare il soggiorno tanto agli habitué di Forte dei Marmi quanto ai parvenu della Versilia. Il dramma della pioggia non è solo l'assenza di capi impermeabili decenti ma il ciclone che si abbatte sulle consuetudini. Perché se fuori dalla finestra c'è un tempo che fa venir voglia di polenta e spezzatino non serve a nulla tessere le lodi del mare in burrasca: le spiagge sono impraticabili e da queste parti non restano che le città d'arte. Quelle dove si mettono in coda turisti da ogni parte del mondo e con ogni tipo di sandalo, tanto che quando a metà pomeriggio spunta il sole e fa un caldo intollerabile viene quasi da invidiarli, quei popoli che mandano in giro i bambini scalzi anche sui sampietrini e indossano le infradito con una frequenza  spaventosa. Una giornata piacevole, ma non innocua. E per capirlo bisogna arrivare al tramonto, quando il guidatore allergico al mare sospira che "ci vorrebbe più spesso un tempo così per godersi certe città". È lì che bisogna vigilare, perché il ricatto culturale non vinca sulla consuetudine marina. Per le città d'arte tenetevi la primavera, l'estate è fatta per spiaggiarsi.