mercoledì 25 agosto 2010

Scacco alla montagna


Mi piace perché l'alessiona ha capito (come me) che se ti trascinano in montagna devi dotarti di una camicia a scacchi e un genere di conforto, che può essere del cachemire (in qualunque forma: golfino o pashmina) o una balenciaga caricata in seggiovia. L'alessiona opta per la seconda ipotesi (in questa foto non si vede, ma c'è).

martedì 24 agosto 2010

Riscossa Juve

Non capisco di calcio e non tifo perché sono donna. Però mi piace molto che il marito di Lavinia Borromeo e suo cugino rispondano per le rime a Moratti che insulta la Juventus senza citarla. Andrea Agnelli e Jaki Elkann rispondono e lo fanno in maniera acida e letale come sanno fare i veri snob. Tiè. Ecco, fossi un tifoso sarei contento.

venerdì 13 agosto 2010

Banality

Dal Giornale del Popolo del 13 agosto

Il cervello, diceva quella buon'anima della mia maestra delle elementari, non va mai in vacanza. Lei lo diceva per esortarci a rovinarci ogni giorno d'estate con il pensiero dei compiti delle vacanze. Diceva addirittura, forse in ossequio a quelle regole per cui le cose giuste devono essere sempre le più pallose, che i compiti era meglio farli un po' alla volta, giorno per giorno. Ovviamente noi non l'abbiamo mai ascoltata. Allo stesso modo ho pensato che certi numeri di Vanity Fair andassero letti tutti d'un fiato, come per assolvere a un dovere a lungo trascurato. Sicché in un sol giorno ho scoperto che anche Ilary Blasi ha la cellulite (parola sua) e soprattutto che ritiene che la cosa più importante da insegnare a suo figlio maschio siano “i confini dell'amore” (e se voi avete un pargolo maschio a cui ancora cercate di insegnare a non toccarsi continuamente il contenuto delle mutande e non mettere più di un dito alla volta nel naso, peggio per voi). Passando a un altro numero del noto settimanale femminile ho diligentemente divorato la prima intervista in cui Elisabetta Canalis parla della sua relazione con George Clooney. Ho scoperto che è felice, che si sente giovane come quando aveva diciotto anni e che sta cercando di migliorare il suo inglese e che pure che la commessa del supermercato di Alghero le ha chiesto se era vero che stava con Clooney e lei deve aver risposto sì con noncuranza mentre metteva le uova dentro la busta di plastica stando attenta a non farle schiacciare dalle birre. Poi le hanno chiesto cosa le piace di più di George. E lei, che quel ben di Dio ce l'ha davanti tutti i giorni, ha detto: l'altruismo. E poi le hanno chiesto qual è il vip che le è piaciuto di più conoscere. E lei, che magari s'è mangiata una pizza nel divano con Brad Pitt, ha risposto: Kofi Annan. E allora abbiamo capito che non basta mandare una velina a Hollywood per farla smettere di dire inutilità ai giornali femminili.

venerdì 6 agosto 2010

Di spose e di bambini

Dal Giornale del Popolo del 6 agosto
Le spose sono belle per condizione e pregiudizio. Come i neonati. Certo che abbiamo bene in mente una sfilza di spose sbagliate e pargoli bruttini. Ma poi finisce sempre che i secondi li approviamo per tenerezza indotta (mai spontanea), le prime per sincera ammirazione del coraggio. In fondo stiamo sempre parlando di una che ha il fegato di farsi portare a un altare o in un Comune, una che ha l'ardire di mettersi volontariamente al centro dell'attenzione di almeno dieci persone. Una che sopporta centinaia di sguardi mentre percorre una navata con addosso un vestito comprato mesi addietro. Una che accetta di indossare un fastidiosissimo anello all'anulare sinistro. Una che corre il rischio di vedere la donna che l'ha partorita colpita dalla sindrome madre della sposa stritolata dall'abbraccio di sete color pastello. Una che si espone al ludibrio di invitati ubriachi urlanti “bacio bacio” come un fenomeno da baraccone. Una che, se evita l'atmosfera impresentabile (ma liberatoria) di un matrimonio ruspante, finisce di certo nel gorgo di quello minimal dove invitati con bocca a culo di gallina e alito provato dal prosecco importunano signore sposate per ammazzare il tempo. Comunque vada sarà un disastro e qualunque disastro tu stia vivendo ne hai di certo scampato uno peggiore, dunque meriti la solidarietà e la comprensione e pure l'ammirazione (massì) di chiunque abbia a che fare con te. Quindi non mi strapperete dalla tastiera nessun commento sornione o acido o ironico o neanche lontanamente irrispettoso sulle nozze da favola di Chelsea Clinton.

mercoledì 4 agosto 2010

Matrimoni


Huffington Post pubblica lo scatto che mancava al matrimonio di Chelsea (Foto: Barbara Kinney). Andando sul sito di Huffington lo vedete intero. The mother of the bride in Oscar De La Renta e the bride in Vera Wang. Splendida la nonna (mamma di Hillary).

Per una volta si può pure comprare Vanity Fair


«Credevo che il lavoro per me sarebbe sempre venuto al primo posto. Sono stata smentita. La mia vita sentimentale ha preso il sopravvento» . «A volte in America mi seguono al supermercato, ma dopo un po’ si stufano. Sono meno ossessivi dei loro colleghi italiani. Posso uscire a cena con il mio uomo senza essere particolarmente perseguitata». «Mi ha fatto effetto, l’altro giorno, sentirmi domandare dalla cassiera della Conad di Alghero: “È vero che sei fidanzata con lui?”. Sì, è vero: stiamo insieme. Ho saputo di donne, anche nomi importanti, che per questo hanno tolto la sua foto dal desktop del computer. Forse sono un po’ troppo stressate. Ma alla fine, la miglior rivalsa nei confronti degli invidiosi è la tua felicità. Perché è quella che non ti perdonano». «Se sei amata, ti senti sempre splendida. È l’idea di essere così amata che mi sorprende. George è la persona grazie alla quale la mia vita ha ripreso colore. Mi sento bene, leggera. Come quando avevo 18 anni».
Perché tutte sogniamo di essere riabilitate dalla cassiera del Conad.

martedì 3 agosto 2010

Drew lo sa


Con questo post comincio un esercizio che mi hanno saggiamente suggerito (no, non è stato l'analista). L'esercizio consiste nel segnalare cose che mi piacciono. Ovviamente trattasi della forma estrema di quell'onanismo intellettuale che all'origine di questo blog. Comunque. Comunque lo faccio lo stesso per esercitarmi a dire I like this. Anche se credo che proverò sempre più gusto nel dire quello che NON mi piace (come i calzoni corti coi mocassini, lo shantung, la french, la Pinko bag eccetera. Ripeterlo non guasta mai). Ah: dirò che cosa mi piace e possibilmente perché. (Come le nomination del GF: ci vuole sempre una motivazione!).

Mi piace perché Drew Barrymore ha una grande presenza anche se è tutt'altro che perfetta.
Mi piace perché non è abbronzata, come si conviene a una signora per bene.
Mi piace perché in fondo con quelle scarpe potresti metterti addosso anche un sacco di juta.
Mi piace perché trovo adorabili le gonne di quella lunghezza. Anche se sono assassine. Non vanno messe con un tacco più basso di quello. Molte di noi lo fanno o l'hanno fatto in passato, pensando di poter fare come Audrey Hepburn in Vacanze Romane. Ecco: meglio di no. Di nuovo: Drew si conosce e lo evita. Ebbene, saperlo fare è una grande cosa.

Più taxi per tutti


Dal Giornale del Popolo del 30 luglio
Ci sono paesi civili in cui il taxi non è affare per ricchi o manager in trasferta che tanto presentano le ricevute di rimborso a fine mese. Ci sono paesi in cui il taxi è per ragazze coi tacchi alti, poco propense a cercare parcheggio, con troppo poco tempo da spendere in una città per studiare una qualche cartina della metropolitana. Dopo l'ultimo viaggio lampo domando a tutti di chiedermi che giudizio mi sono fatta dei mezzi pubblici di Barcellona. il fatto di poter rispondere che non ho mai preso una metro né un autobus mi dà una gioia che cerco di non manifestare esplicitamente solo per quella vecchia storia che l'entusiasmo è roba da provinciali. In quest'anno di crisi e di molti impegni la vacanza può essere così breve, intensa e striminzita in un weekend al punto da imporre l'utilizzo del taxi come unico mezzo di trasporto. La gente adora dirti che un giorno smetterai di concederti il taxi, a fronte di tutti i sacrifici che bisogna affrontare quando si diventa grandi e si pagano tasse e le bollette si accumulano insieme a tutte quelle incombenze che noi stessi ci abituiamo a considerare come viatico a una vita adulta. Pensano che il taxi sia un lusso, non una scelta di vita consapevole e stoica per ottenere la progressiva popolarizzazione delle tariffe. E non sanno che ora che siamo tornate in un paese dove i taxi sono insopportabilmente cari conduciamo la nostra battaglia a suon di sacrifici. Perché avere dei princìpi non è mica un lusso.