venerdì 17 dicembre 2010

Il mal del wellness

Dal Giornale del Popolo del 17 dicembre 2010
Scrivo dalla sala relax di un centro benessere. Dio solo sa quanto sto rischiando. I templi della pace in terra non ammettono intrusioni del mondo esterno, così ho ben nascosto il mio macbook dentro l'asciugamano per la sauna. Sauna in cui non mi azzardo a entrare perché è piena zeppa. La popola quella tribù che da un decennio a questa parte ha scoperto la parola wellness e se n'è ammalata. Sì dev'essere stato, ad occhio e croce, una decina d'anni fa, forse contemporaneamente all'invasione della rucola. Mentre quella verduraccia verde faceva la sua intrusione dentro piadine, tagliate e insalate la gente scopriva di essere talmente stressata da aver bisogno di rigenerarsi. Qualche rudimento di latinorum per raccapezzarsi tra sanarium e tepidarium e siamo tutti arruolati nell'esercito. Giù al piano di sotto una signora in cuffia da doccia (quelle che ti regalano in albergo) si trascina dietro un panciuto signore di mezz'età in costume arancione in tutto simile a un marito. L'ha fatto uscire dal bagno salino alla sauna finlandese e tra poco trotteranno entrambi là fuori, in mezzo alla neve a 15 gradi sotto zero, per raggiungere la piscina di acqua bollente. «Ché dice che fa tanto bene alla pelle». Presto arriveranno anche qui, nella sala relax che pareva tale solo per quel cartello all'ingresso: “Ingresso riservato agli adulti”. Vai mai a pensare che in queste situazioni gli adulti possano trasformarsi in minacce peggiori dei bambini. Come se non bastasse qua di fianco è seduto un tizio che fino a ieri non aveva neppure mai messo piede in una sauna. Gliel'ho insegnato io. Pure il bagno di fieno: l'ho dovuto convincere che è una pratica che non mette in alcun modo in pericolo la sua virilità né il suo intelletto. Adesso è così a suo agio che non li sente nemmeno i tizi di mezz'età che si rincorrono dietro il vetro. Non si mangia neppure le unghie temendo di somigliare a loro un giorno. Ha imparato a rilassarsi, lui.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Va bene: noi stiamo facendo la nostra parte. Giorno dopo giorno, ripetiamo a noi stessi che colei che stiamo aspettando con tanta impazienza non è più la signorina B. ma la signora C. E va bene. Ma ora ripiega l'asciugamano e torna a casa, perchè tra luminarie imbarazzanti, neve fuori luogo e invasione di regalanti... Milano ha tremendamente bisogno della sua Ficcanaso.

Signor D.

il tuo compagno di banco ha detto...

tu con chi eri nella sauna? sola?