venerdì 10 ottobre 2008

Vorrei essere Concita

Vorrei essere Concita de Gregorio. E io non lo so, mentre scrivo queste righe, se il GdP mi censurerà per l'ostentata ammirazione per l'ex inviata di punta di Repubblica che oggi dirige con successo L'Unità. Non lo so, ma lo scrivo lo stesso perché l'altra sera, sprovvista di divano e appollaiata su una poltrona di fortuna, mentre affondavo nella Nutella e mi rosicchiavo le unghie pensando già ai rimbrotti dell'estetista, tra i pixel impazziti del mio televisore provvisorio, ho intravisto un essere di infinita grazia e presentabilità che rispondeva appunto al nome di Concita. Perché ogni età, capite, ha i suoi punti di riferimento culturali. Se l'infanzia si può superare con Georgie che corre felice sul prato (lasciva ragazzina bionda, povera ma bellissima come tutte le pezzenti dei cartoni animati), l'adolescenza doveva passare a forza di fotogrammi di Julia Roberts in Pretty Woman; la giovinezza è stata invece il tempo dell'eterna lotta tra Bridget Jones e Sex and the City. Sono infatti solo gli echi delle battaglie ormonali ormai (quasi) concluse che possono spingere una giovane donna a rimbalzare tra il clichet della ragazza goffa e quello della libertina emancipata. Ma a una certa età qualcosa deve cambiare. Serve un idolo di una bellezza fiera di essersi liberata dai complessi, perché i complessi scadono, come dicevamo io e la mia compagna di shopping definitiva mentre ci provavamo jeans da adolescenti nell'H&M sudatissimo di una Lugano in piena festa della vendemmia. I complessi scadono e questa è l'età della maturità, dell'equilibrismo ostentato tra carriera e famiglia, della bellezza sicura di sé. I complessi scadono, le maniglie dell'amore aumentano. E bisogna accettarsi e smettere di pensare che la palestra sia la grotta di Lourdes. Infatti a me mica me ne frega niente che quell'aggeggio che misura l'età del tuo corpo mi abbia dato 46 anni.

6 commenti:

filoderba ha detto...

mica perché non te ne frega che la wii-affare ti ha dato 46 anni che vorresti essere una giornalista bionda finta, con tre figli, 50 anni e che sembra a un maialino. suvvia.

mica nemmeno che con i complessi che scadono, scadono anche i sogni.

(comunque splendida ficca!!!)

la ficcanaso ha detto...

oh in questo giorno così difficile per fortuna il filo d'erba!

cuiscarpettdaverniis ha detto...


"rimbalzare tra il clichet della ragazza goffa e quello della libertina emancipata"?

mentre traduco la tua frase...

Non trovando un gilet froissé prêt-à-porter budget
avendo un carnet decisamente fané
stufa di purée e vin brûlé
sognando un buffet con vitel tonné bigné et marrons glacés
stare per accettare di volée
il bouquet
con un casqué.
Poi scoprire che il suo pied[-à-terre] è uno chalet col bidet in parquet
che la cabriolet gli scompone il toupé fumé
che ha l’effetto frisé di trezeguet (juvé juvééé)
e il savoir-faire di pinochet.
Farne cabaret.

...mi chiedo se forse intendevi...

fare un ricochet, tra il cachet (ingoiato) di Bridgét e il cachet (incassato) di Zellweger Renée.

...altrimenti, bastava scrivere:

cliché.

scusa il pamphlet, accetta il calumet, quando sali a lugano almeno fammi un olé.

scarpet

la ficcanaso ha detto...

Miiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii

Yuri Zivago ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Yuri Zivago ha detto...

Puro barocchismo cuiscarpettinesco. Non se ne vedevano dalle tenzoni di dieci anni fa (Via Sacco, angolo Corso Magenta). Ho provato un paio di secondi di commozione vera, grazie :)