venerdì 3 giugno 2011

Ci erano rimaste le verdure

Dal Giornale del Popolo del 3 giugno
Tenersi in forma è un imperativo sociale e culturale a cui cerchiamo di attenerci quanto meno nei mesi prima dell'estate. Ora abbiamo imparato ad essere pure consumatori consapevoli e qualcuno sarebbe stato fiero di noi l'altro giorno vedendoci discutere con le amiche del prezzo al chilo dei pomodori. Che al giorno d'oggi, si sa, ognuno applica un po' i prezzi che vuole. E sapere da dove arrivano le prelibatezze che porti in tavola è importante. E vuoi mettere il gusto della filiera corta? Per non parlare del generale impatto positivo e salutare della verdura nell'alimentazione. E dell'assoluta necessità di non trangugiare panini davanti al computer ma di sedersi comodamente anche in pausa pranzo di fronte a un ampio piatto di proteica e poco calorica bresaola. Non trangugiamo più le verdure con il naso tappato e gli occhi chiusi. Non le cacciamo giù a forza di pane e altre pietanze. Non le mangiamo prima dei pasti per toglierci il pensiero e poi scofanarci una parmigiana. Dopo anni e anni di allenamento durissimo e diete rocambolesche e fuori tempo massimo lette sui giornali, siamo diventate delle persone alimentarmente presentabili. Oramai non fumiamo neanche più, né per il sapore del tabacco né per il gusto di darci un tono. Abbiamo imparato l'importanza delle cose semplici e sane. E proprio adesso è arrivata questa storia del cetriolo killer. Era rimasta solo la verdura, ad avere un'aria innocua e pure nutriente. Dopo l'onta sulla carne della mucca pazza, l'influenza dei polli e tutto il resto pensavamo di poter stare tranquilli buttandoci sul verde. Fino a che non abbiamo sentito la notizia della fantomatica morte di un uomo “dopo aver mangiato un panino con pomodoro e insalata”. E ora siamo qui a pensare quanto sarebbe stato infinitamente meglio lasciare questo mondo con il colesterolo a mille e una bella scorpacciata di hamburger con le patatine fritte.
(Foto: orto della sister biologica)

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