venerdì 27 gennaio 2012

Phoebe Philo e i temi impegnati

Dal Giornale del Popolo del 27 gennaio
Phoebe Philo è una stilista inglese prestata a marchi francesi che noi ragazze sogniamo ad occhi aperti. Prima Chloé, poi Celine. Mai neppure l'ombra di una collezione speciale per qualche catena low cost. Di lei ieri i giornali parlavano non per i suoi vestiti ma perché ha scelto di posticipare la sfilata prevista per marzo, dato che in aprile partorirà la sua terza figlia. Il caso fornisce uno di quegli argomenti di cui la pubblicistica femminile sedicente impegnata va ghiotta. Una donna in carriera che parla della sua vita privata e la lascia interferire col lavoro: roba da sguazzarci. Oggi probabilmente si eserciteranno sul tema le penne più rosa di cui ogni testata dispone. Ognuno ha da dire la sua: se torni a lavorare troppo presto sei una madre snaturata; se ti godi quei mesi di riposo insperato sei una profittatrice dello stato sociale. La stilista inglese ha scelto di fare quello che riteneva più comodo e intelligente. Insomma, ha scelto. Cosa che ogni donna vorrebbe poter fare. La ficcanaso stava arrivando alla fine della rubrica quando si è guardata indietro e si è riletta. Inorridendo, come si può fare solo davanti al primo capello bianco. Impelagarsi in una battaglia che interesserebbe solo a chi legge Vanity Fair e il resto della pubblicistica sedicente impegnata. E invece bisognerebbe indignarsi e prendere i forconi per ben altro. Perché la brava Phoebe Philo ha scelto di pontificare sul pallosissimo tema della conciliazione lavoro-famiglia. Quando poteva dedicarsi al ben più socialmente utile lavoro di disegnare abiti per donne incinte che non le facessero sembrare tendoni da circo.

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