mercoledì 25 gennaio 2012

Le vacanze e i beni rifugio

Dal Giornale del Popolo del 30 dicembre 2011
Dice che va bene il mito del relax e dello svuotarsi la testa dalle preoccupazioni lavorative, ma non si può stare per quasi una settimana in quel modo: buttati sul divano di fianco al camino con la tv accesa e un libro perennemente in stand by. Puntate intere di Beautiful a ripetizione e neanche uno smartphone o uno straccio di collegamento a internet per controllare Twitter o i siti di riferimento. Dice che non si può vivere così, ché se una guerra fosse scoppiata il 24 tu lo scopriresti sì e no a Capodanno, quando quello straccio di socialità coatta più che residua ti impone di riemergere e prestare attenzione al cellulare, ormai disabituato persino al servizio sveglia. Dice, dicono, insomma che almeno un quotidiano per salvare le apparenze si poteva trovare. Eppure non siamo così fuori dal mondo come sembra. Tanto per cominciare siamo certe che euro e franco esistano ancora, se no le carte di credito non si sarebbero comportate così bene nei tradizionali acquisti di fine anno. Ancora. Se fossimo totalmente fuori dal mondo non saremmo qui a tifare che Brooke non si arrenda. Deve riuscire a convincere Ridge che se ha baciato il di lui figlio ventenne, l'ha fatto nel sonno e mica è colpa sua se a cinquant'anni suonati è ancora la meglio bonazza di Los Angeles e comunque ora è il caso di guardare avanti e scordarsi il passato. Per il bene della famiglia, si intende. Ridge si convincerà come mille altre volte ha fatto in passato, anche se bisogna dire che dopo l'ultimo dialogo con la sua bionda moglie aveva la stessa faccia di quella volta che è morto per la prima volta cadendo in una fornace ardente. Se fossimo totalmente fuori dal mondo non sapremmo tutte queste cose e non ne sapremmo cogliere la morale fondamentale: gli anni passano, i figli crescono, le feste ci appesantiscono e le borse si imbizzarriscono, ma i beni rifugio che non si svalutano sono sempre gli stessi.

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