venerdì 17 febbraio 2012

Mutande scomode

Dal Giornale del Popolo del 17 febbraio 2012
Allora forse bisogna intendersi sul concetto di mutande. E così anche la discussione su Sanremo prende la piega di una di quelle belle polemiche in cui si finisce ricominciando dall'inizio, ossia rinegoziando il significato dei termini. Che le nostre nonne portassero della biancheria più simile a un'armatura è un fatto. Altrettanto lo è il dato che ai nostri tempi a un paio di mutande si chiede di essere perfettamente mimetizzabili sotto abiti succinti e pantaloni a prova di raggi X. Dio solo sa che cosa ci riserverà il futuro e che cosa indosseranno le nostre figlie, nel frattempo abbiamo visto l'altra sera che c'è ancora una cosa che si può chiedere a un paio di mutande: fare presenza, timbrare il cartellino, coniugare la garanzia dell'esserci con il brivido di trasgressione di far finta di no. Sì perché la seconda puntata di Sanremo, signora mia, s'è infiammata su questo interrogativo di fronte allo spacco vertiginoso dell'abito da sera di Belen Rodriguez: indossava o no gli slip? La risposta è che indossava un manufatto appositamente creato per mettere al riparo le pudenda dalla censura e allo stesso tempo esporre sapientemente il caso alla polemica. Certo che non erano mutande. Come non era cervicale quella che avrebbe costretto la valletta annunciata a disertare la prima serata lasciando campo libero a Belen e Canalis. Ma, dico, la prima sera Pupo parlava di referendum costituzionale sottolineando che l'importante è essere alti dentro. Se l'apparenza non ingannasse che gusto ci sarebbe? Meglio, molto meglio parlare delle mutande. E lasciare al proprio destino chi si indigna perché la musica è in secondo piano. Un festival in mutande è sempre meglio di un festival trasformato in messa cantata da un Celentano soporifero. (p.s. di Belen, Sanremo, nudità e mutande parlavamo anche un anno fa. Così)

1 commento:

cuiscarpettdaverniis ha detto...

la più lampante differenza dal post di un anno fa è che lì facevi dieci commenti. l'auditel non perdona. tu non ce l'hai qualche tatuaggio da sventolare?