mercoledì 4 luglio 2012

Partenze intelligenti

Dal Giornale del Popolo del 29 giugno

La settimana è iniziata con una focaccia congelata davanti alla porta di casa. «Così ci ricordiamo di prendere la bottiglia d’acqua che ho messo in freezer», sentenzia il guidatore prima di iniziare a caricare i bagagli. Nemmeno la partenza meno intelligente della storia poteva fermarci e così alle tre del pomeriggio siamo effettivamente partiti. Ora che a fermarci non c’è il limite di peso della valigia imposto dalla compagnia aerea, l’unico limite è l’abitacolo dell’auto. E ci piace tirare la corda anche in questo caso: così abbiamo preso più paia di scarpe di quante potremmo indossarne in un mese e oggi, a metà della prima settimana di ferie, ci sentiamo in colpa per aver indossato fino ad ora solo le infradito di gomma.  “Domani sera usciamo a cena” proponiamo pensando che così potrà arrivare l’occasione di un discreto tacco. Non abbiamo nessuna guida Lonely Planet in valigia, in compenso ci sono vestiti di taglie minuscole, viveri, computer, film da vedere la sera e pure una discreta quantità di libri. Troppe cose, come al solito. E il fatto che in questa macchina siamo in più d’uno non è affatto un alibi. Mia madre ricorda con fierezza il tempo in cui caricava i bagagli di cinque persone in partenza per un mese in Croazia su un’unica Uno Bianca. Ma le macchine per andare in vacanza sono come le borse di noi donne: più sono grandi più le riempi, l’utilità è un dettaglio trascurabile. Abbiamo anche degli aggeggi per ascoltare della musica in ogni situazione e abbiamo persino comprato un abbatti mosche per giustiziare le fastidiose compagne delle nostre serate. Questa è forse l’unica cosa che ci differenza dalle persone che hanno scelto la nostra stessa meta. Loro indossano i proverbiali calzini bianchi sotto i sandali, mangiano gli spaghetti col cucchiaio e vivono le travolgenti gioie della mezz’età.

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