Dal Giornale del Popolo del 16 novembre
Ognuna ha le amiche che si merita, così ieri io e le mie
ragazze di riferimento ci trovavamo in tre parti diverse del mondo. Milano,
Lugano, Losanna. Tre città interessate dallo sbarco dell'ultima ed ennesima
collezione firmata da un grande stilista per H&M. Quest'anno era il turno
di Maison Martin Margiela. Da quando la ricorrenza è stata scoperta dalle masse
noi passiamo le settimane precedenti al lancio a snobbarla apertamente e
criticarla ferocemente. L'idea di mettersi in fila e sgomitare tra ventenni e
quarantenni per poter strisciare le nostre carte di credito, ci pare troppo. In
più da un paio di anni a questa parte esiste anche un tempo massimo di
permanenza nel negozio, con il risultato che decine di ragazze si trovano a
comprare in cinque minuti abiti che richiederebbero una settimana di
addestramento solo per capire qual è il davanti e quale il dietro. Se nei
prossimi giorni vedrete in giro per le vostre città esemplari di improbabili
gonne asimmetriche, piumini che sembrano ghiaccioli al limone rovesciati,
fuseaux che rifulgono come palle stroboscopiche e via dicendo, non allarmatevi.
È solo l'effetto di questa follia collettiva a cui noi, che quando serve dei
princìpi ce li abbiamo e li applichiamo, abbiamo deciso di opporci. Fino a che.
«Passavo di qua per caso e ho visto che è proprio una buona qualità». «Sai
com'è, qua non c'è tanta fila, ancora la gente non le capisce fino in fondo queste cose». «Ma
sì prima o poi un'occasione per mettere questi pantaloni ce l'avrò». «A
Capodanno, certo. Li metterò a Capodanno». E così, mentre i nostri armadi
continuano a riempirsi di abiti per cui prima o poi avremo l'occasione giusta,
evitiamo di ricordarci a vicenda che l'ultimo Capodanno ci hanno dovuto
svegliare a cannonate per stappare una bottiglia di spumante. Vorrà dire che
tutti quei capi li useremo come pigiama. Perché non c'è principio che non valga
la pena infrangere.
1 commento:
com'è che era? arpia? hihihihihi.
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