giovedì 7 agosto 2014

Piove, tocca buttarsi sulla cultura

Dal Giornale del Popolo del 25 luglio

Nella provincia toscana prescelta per le nostre vacanze non pioveva così tanto da decenni. Lo stesso accade nella gran parte delle località di villeggiatura qui intorno. Precipitazioni insistenti, maledette e democratiche nel rovinare il soggiorno tanto agli habitué di Forte dei Marmi quanto ai parvenu della Versilia. Il dramma della pioggia non è solo l'assenza di capi impermeabili decenti ma il ciclone che si abbatte sulle consuetudini. Perché se fuori dalla finestra c'è un tempo che fa venir voglia di polenta e spezzatino non serve a nulla tessere le lodi del mare in burrasca: le spiagge sono impraticabili e da queste parti non restano che le città d'arte. Quelle dove si mettono in coda turisti da ogni parte del mondo e con ogni tipo di sandalo, tanto che quando a metà pomeriggio spunta il sole e fa un caldo intollerabile viene quasi da invidiarli, quei popoli che mandano in giro i bambini scalzi anche sui sampietrini e indossano le infradito con una frequenza  spaventosa. Una giornata piacevole, ma non innocua. E per capirlo bisogna arrivare al tramonto, quando il guidatore allergico al mare sospira che "ci vorrebbe più spesso un tempo così per godersi certe città". È lì che bisogna vigilare, perché il ricatto culturale non vinca sulla consuetudine marina. Per le città d'arte tenetevi la primavera, l'estate è fatta per spiaggiarsi.





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