venerdì 5 febbraio 2016

Io porto il 39. Ma dipende...

Dal Giornale del Popolo del 5 febbraio

Io porto il 39. L'affermazione mi è costata alcuni anni di esperienza e di tentativi e ad ogni modo la scarpiera continua a riempirsi di 38, qualche 37 e pure dei 41. Ognuna di noi, di fronte a queste constatazioni, crede di essere la sola a ritenere il numero di piede un optional, rivedibile a seconda del paio in saldo, delle offerte speciali o dell'ultimo numero disponibile dell'ultima scarpa che ci ha rubato il cuore. Io e la commessa del negozio da cui sono appena uscita ci siamo subito trovate d'accordo, arrivando entrambe contemporaneamente a un'osservazione che farebbe rabbrividire qualunque maschio: “In fondo sono aperte dietro, non ti stringeranno mai!”. Le conseguenze sono peggiori quando ci fermiamo per qualche minuto a toccare il pellame delle scarpe con le dita; facciamo la faccia pensosa, poi la commessa butta là la storia di quella bella signora che, l'altro ieri, ha preso mezzo numero in meno di quello che porta di solito. Concludiamo insieme che il pellame è così morbido che “cederanno”, il carico lo mettiamo osservando che probabilmente il numero giusto finirebbe per diventarci grande dopo qualche settimana di utilizzo. Un'osservazione geniale tira l'altra e così in questi giorni di saldi agli sgoccioli ci portiamo a casa capi leggeri, convinte di aver fatto un affarone perché tra poco farà caldo. «Fa freschino oggi eh?». È quello che mi ha detto poco fa la commessa che mi ha appena venduto degli zoccoli numero 38 (non in saldo).

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