Dal Giornale del Popolo del 25 aprile 2008
Noi lo chiamiamo Lorenzo. O anche Jova, qualche volta. Al suo primo concerto indossavo dei pantaloni militari molto larghi e molto anni Novanta e una canottiera bianca che potevo ancora permettermi perché avevo braccia presentabili. Ai concerti successivi ho cercato di mettere le stesse cose. Al prossimo, quello per cui passerò una notte in bianco in treno il prossimo giugno, probabilmente non mi andrà nessuno di quei capi da adolescente e dovrò limitarmi ai dr. Marten's (che stanno tornando di moda, lo dico perché possiate tirarli fuori dalla soffitta della vergogna). Quando finalmente i miei mi hanno comprato il motorino l'ho guidato sempre come lui cantava. Perché c'erano quei versi: "E le ragazze di città prendono il motorino e si siedono proprio sul bordo del sellino e coi capelli sciolti guidano con aria sicura e guardandole la vita sembra meno dura". E io vivevo in un paesino e con il casco i capelli sciolti sono una maledizione, però ho sempre guidato sicura sul bordo del sellino perché hai visto mai che lui passava di là e gli buttavo all'aria la sua immagine idilliaca. Ancora oggi guido nello stesso modo perché io di Jovanotti non sono una simpatizzante, sono una fan così sfegatata snob e oltranzista da non potermi nemmeno iscrivere a un fan club. E dovevate vederlo la settimana scorsa alle Invasioni barbariche. Ha detto che la sua amata lui la chiama la sua donna "che non è bello, ma la mia compagna non mi piace". E io sarà che è proprio un periodaccio, ed è primavera e io somatizzo come se avessi davvero una sensibilità, io su quella frase mi sono commossa. Come dieci anni fa con "chissà se stai dormendo a cosa stai pensando"
lunedì 28 aprile 2008
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7 commenti:
ma senti, ma la bignardi ti piace?
Ma i tuoi Marten's erano neri? Chiedo, dato che mia madre si era rifiutata di comprarmeli, quelli neri, perché troppo maschili. Ma quelli di vernice sempre nera...ah, no, quelli invece andavano benissimo.
Vai a capire...
25th of june. San Siro. Sold out. Springsteen Bruuuuce and the E Street Band. No sleepless night needed, any clothing and sleeves suitable.
Got a few tickets: one for ficcanaso, anytime.
(bernie adesso hai capito chi sono.)
solo perché me l'hanno detto tempo fa....
Rispondo solo ora:
-La Bignà ha un tono di voce che istintivamente mi allontana, quando mi capita di superare quel fastidio e ascoltare quel che dice mi innervosisco, dunque tendenzialmente non la guardo.
-I primi dr. Marten's della mia vita furono verde bottiglia. Il fatto è che il negozio di Pesaro dove ero andata a comprarli aveva finito quelli neri e io mi sono fiondata su quelli. E credo di aver fatto bene. Sono stupendi.
-Concerto Ok
Un ricamino.
Ecco cosa in realtà orna il visino dell'impiegato papalino Giovanotto:
un ricamino.
Lo si vede mentre costui tenta di cantare, col tono e la
postura simili a quelli di un chierichetto sgusciato
fuori lesto dalla sacrestia per celare il proprio
compulsivo vizio onanistico appena consumato.
Tralascio ogni commento circa le presunte capacità recitative
solo perché è più interessante - dal punto di vista
antropologico - il brivido che la sua voce trasmette
ad un pubblico imberbe (anagraficamente o dal punto
di vista letterario, o più probabilmente entrambi) o
afflitto dai più indistinti pruriti adolescenziali o
persino - temo - postpuberali. Comunque tali da citarlo in un blog.
Colma un vuoto. Riempie ciò che il grande Morris
spiega nel suo viaggio zoologico sull'animale uomo e
sulla ragazzina che urla scomposta al concerto dei
suoi idoli o che si emoziona fino a cogliere il
fermarsi del tempo, e perché no, l'odore tipico delle
violette.
Una ricercatrice di grammatica come un'ottuagenaria contadina molisana di
fronte al suo padrepio di celluloide.
Entrambe prive di adeguate
difese culturali, o forse entrambe postume alle
battaglie dell'esistenza e quindi pronte ad accettarne
l'ovvio ed il banale alla stessa stregua del genio o
del miracoloso.
Ben oltre la stucchevole descrizione della commozione derivante dalle più banali frasine fatte, l'agghiacciante
esperienza di leggere le sensazioni di coloro che
amano ascoltare i libri letti da altri.
Due infiniti
geni, divisi su molte altre cose,
ebbero modo, in momenti diversi di illustrare il
pensiero rispetto a questa bizzarra leziosa mania, ma
la tralascio perché non ho la loro violenta capacità
descrittiva.
Dolore. La presenza del Giovanotto (la cui morfologia facciale rivela, aldilà di ogni ragionevole dubbio, il fatto che trattasi di un minidotato sessuale)) in un luogo più
consono ai devoti di Mitra che ad un cialtrone
ciarlatano. Una imbonitore, appena degno di una
comparsata in uno spaghetti-western, tra una smorfia
del cavaliere solitario ed un ghigno di Sentenza (cfr. Lee Van Cliff)
leggo questo post di allequattro soltanto adesso. e stasera vado al concerto, ih, ih, ih!
Si insieme al pubblico imberbe che bello!
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