venerdì 5 marzo 2010

Isolati

Dal Giornale del Popolo del 5 marzo
Andiamo al cinema. Facciamo come tutte le persone normali (è sempre importante pensare che esistano e noi non ne facciamo parte se non in momenti precisi e assolutamente deliberati della nostra vita). Facciamo come tutte le persone normali, dicevo, e andiamo al cinema prendendo i biglietti e i pop corn. Fa parte del mio snobismo estremo fare queste cose ordinarie considerandole straordinarie. Facciamole consapevolmente e così queste cose, prima di ritrovarci a farle per inerzia, guardarci nelle rughe d'espressione e sentirci due sfigati. Prendiamola in contropiede la routine. Ci pensavo da tutto il giorno a questa serata perfetta che sarei riuscita a organizzare, pensavo anche che avrei dribblato la classica risposta di quello che tutti i film in uscita li ha già scaricati sul computer. Pensavo che ovviamente ne avrei fatto una battaglia culturale, perché in quest'epoca in cui tutto si può avere on demand abbiamo perso il gusto di uscire per gesti rituali e irresistibili come andare al cinema e santo Iddio se ci vedesse Muccino ci farebbe un film sulle nostre nevrosi. Ti avrei anche detto che sono stufa (lo sono sempre), avrei comprato apposta un mattarello per agitarlo al grido di «persino io vorrei una vita normale ogni tanto». Avevo pronta una battaglia culturale quando mi sono addormentata davanti all'Isola dei famosi. Quando ho riaperto gli occhi Aldo Busi stava dando della racchia a Sandra Milo e tu imprecavi contro di me. «Una vita a guardare l'Isola e non sai nemmeno come funziona il televoto. Io voglio sapere se si può eliminare un famoso e un non famoso!». E mi sono sentita una cialtrona. Manco fossi una qualsiasi funzionaria del PdL addetta alla consegna delle liste elettorali.

Nessun commento: