lunedì 19 luglio 2010

Morire di caldo

Dal Giornale del Popolo del 16 luglio
Dicono che un po' di refrigerio ormai non si trovi neanche più nei tavoli sotto le piante del Circolo Sociale di Montagnola. Dicono che, al di là del fatto che non si può pretendere di star freschi mangiando costine con le mani, non era mai stato così caldo. È ovviamente peggio dell'estate scorsa, la quale a sua volta era infinitamente peggio della precedente. Abbiamo creduto a quelli del global warming e smesso di usare lacca inquinante. Abbiamo fatto la guerra ai clorofluorocarburi (si chiamavano così?) quando ancora eravamo ragazzine e non abbiamo più avuto notizie del buco nell'ozono, che probabilmente è emigrato in qualche universo parallelo in cui staranno crepando di caldo. Mentre però ci convincevamo dell'assoluta e prossima rovina del mondo per via del riscaldamento globale, ci hanno raccontato che sono tutte bufale. Che se tra l'undicesimo e il quattordicesimo secolo si coltivavano viti in Inghilterra e in Norvegia significa che la temperatura della terra era salita tantissimo eppure il mondo è ancora tutto sommato in salute. Insomma ci hanno detto che bisogna andare contro il mainstream dei catastrofisti e ricominciare ad usare l'auto senza sensi di colpa. In questi anni ogni volta abbiamo cercato di accodarci alle correnti di pensiero che ritenevamo in minoranza, perché sappiamo che pensarla come tutti è talmente cheap da farci cambiare idea all'istante. Cambiando idea (ammesso che averne una sia ancora di moda) da un anno all'altro arriviamo al 2010 senza aver capito un bel niente. Cerchiamo un fronte disperatamente originale. E quando ci sentirete dire che la via d'uscita è il buonsenso e la verità sta nel mezzo tanto varrà lasciarci morire di caldo.

1 commento:

sister ha detto...

il buco nell'ozono c'è, è in Nuova Zelanda dove la crema solare ad alta protezione è una crema per la salute. Sicuramente se tutti vivessero come noi, misero 18% dell'umanità, il mondo sarebbe già ko. Bisogna soffrire un po' il caldo perché come diceva don Remo "bisogna soffrire".
amen!