martedì 3 agosto 2010

Più taxi per tutti


Dal Giornale del Popolo del 30 luglio
Ci sono paesi civili in cui il taxi non è affare per ricchi o manager in trasferta che tanto presentano le ricevute di rimborso a fine mese. Ci sono paesi in cui il taxi è per ragazze coi tacchi alti, poco propense a cercare parcheggio, con troppo poco tempo da spendere in una città per studiare una qualche cartina della metropolitana. Dopo l'ultimo viaggio lampo domando a tutti di chiedermi che giudizio mi sono fatta dei mezzi pubblici di Barcellona. il fatto di poter rispondere che non ho mai preso una metro né un autobus mi dà una gioia che cerco di non manifestare esplicitamente solo per quella vecchia storia che l'entusiasmo è roba da provinciali. In quest'anno di crisi e di molti impegni la vacanza può essere così breve, intensa e striminzita in un weekend al punto da imporre l'utilizzo del taxi come unico mezzo di trasporto. La gente adora dirti che un giorno smetterai di concederti il taxi, a fronte di tutti i sacrifici che bisogna affrontare quando si diventa grandi e si pagano tasse e le bollette si accumulano insieme a tutte quelle incombenze che noi stessi ci abituiamo a considerare come viatico a una vita adulta. Pensano che il taxi sia un lusso, non una scelta di vita consapevole e stoica per ottenere la progressiva popolarizzazione delle tariffe. E non sanno che ora che siamo tornate in un paese dove i taxi sono insopportabilmente cari conduciamo la nostra battaglia a suon di sacrifici. Perché avere dei princìpi non è mica un lusso.

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