giovedì 2 settembre 2010

Pochi euro e novanta


Scott Schumann è anima e cuore di The Sartorialist, il blog che da anni pubblica scatti di persone “stylish” incontrate per strada. Scott gira le città e il mondo con la sua macchina al collo e immortala la gente comune con una convinzione di fondo: nelle strade delle nostre città si trova quel quid di fantasia e di imprevedibilità che fa scuola di stile almeno quanto le sfilate di moda. Questa è la teoria, poi la pratica dell'osservazione a opera di sguardi maligni e invidiosetti non può che notare che, più passa il tempo, più il caro Scott incontra per strada solo signori eleganti e ragazze dalle gambe interminabili, spesso e volentieri fuori dalle sfilate di New York e Milano. Di certo non ha mai incontrato gente che corre dietro al tram strozzandosi con le cuffie dell'iPod. Ma questa è malignità e soprattutto un'obiezione irrilevante: l'argomento di chi snobbava Sex and the city dicendo che non era credibile che delle ragazze girassero per New York in tacco dodici e Carrie si pagasse quei preziosi tacchi con venti righe vergate settimanalmente su un giornale. Obiezione irrilevante perché come vita normale e fin troppo credibile ci basta la nostra, alle serie tv non chiediamo verosimiglianza ma sogno, divertimento, acume, follia, chiediamo di prendere i problemi di tutti (lui mi ama ma non lo sa, i suoi amici mi snobbano, lui lavora troppo) e farli diventare patinati e risolvibili. Voglio dire che se uno è interessato alla realtà esce di casa, mica accende la tv. Lo stesso vale per le foto di Schumann: street photography o no, ci regalano grandi ispirazioni, ci mostrano come si dovrebbe essere, la loro pretesa spontaneità è ancora più spietata e ci costringe a domandarci come fanno gli altri a vivere la loro vita con leggerezza, a indossare le loro imperfezioni con levità mentre noi ci rosicchiamo le unghie pensando che l'eleganza non si compra e se stamattina ci incontrasse The Sartorialist butterebbe la macchina fotografica. Ora succede che il nuovo corso del marchio Oviesse preveda una campagna pubblicitaria ispirata alle foto di The Sartorialist e firmata dallo stesso Schumann. I giornali sono tappezzati di pubblicità di gente dell'alta società con capi da pochi euro e novanta addosso. I nomi di queste signore sono più lunghi delle descrizioni dei vestiti che indossano, di certo più lunghi dei prezzi. Dettaglio irrilevante per chi all'Oviesse non ha mai comprato neppure i calzini per la propria colf. E per chi il compenso della campagna pubblicitaria lo devolve ovviamente in beneficenza.
(la foto è rubacchiata dal Corsera, ci sono altre decine di soggetti poi)

6 commenti:

filoderba ha detto...

mi chiedo com'é che non ne ha mai fatto cenno sul suo blog della campagna pubblicitaria dell'oviesse. hi hi.
comunque il rovescio della medaglia delle serie patinate e della recondita speranza che se caso scott non butti la macchina, é che ti ritrovi su un tacco 12 imprecante, con pc e classatori immensi sotto le braccia nelle corsie dell'ospedale a fare l'interprete fra il dottore e il babbo.

la ficcanaso ha detto...

Certo. È il motivo per cui mentre vado in bicicletta controllo sempre l'effetto che faccio specchiandomi nelle vetrine dei negozi mentre sfreccio. Ah ah ah! Comunque la campagna pubblicitaria è molto bella. Io volevo solo sottolineare l'estremo snobismo di tutto ciò.


http://www.thesartorialist.com/photos/72810bikelegs_8843Web.jpg

http://www.thesartorialist.com/photos/7710BWbike_7293Web1.jpg

Le ha detto...

giustissima l'obiezione di filo, vero, tutti i blogger postano sempre di qua e di là ogni campagna pubblicitaria. Vedi quella nuova di Comptoir de Comptonniere (lo scrivo sempre sbagliato lo so) con fashion blogger e madri delle fashion blogger (che oh! strano, lavorano nella moda anche loro). vabbè, ma chissene in fondo. Le mie paiono obiezioni da Repubblica.

Andreoide ha detto...

Il maschio banale e zotico che è in me si innamora della ragazza in bicicletta in un batter d'occhio e anche di Ginevra E. su D (che ignoravo, per dire).

cuiscarpettdaverniis ha detto...

la ragazza in bicicletta è già in fuga sul mortirolo. non si prende più.

cuiscarpettdaverniis ha detto...

(avrei potuto scrivere "tra i cervi del mortirolo")

(ma a proposito di biciclette, ragazze, milano, montagne letterali e metaforici mortiroli, ti ho mai detto, bo, della MIA citazione da ringraziamenti, mai spediti?)