venerdì 11 novembre 2011

Stivali di gomma e finte soluzioni

Dal Giornale del Popolo dell'11 novembre

È stata una settimana durissima. Sferzata di pesanti piogge e cielo grigio. A conti fatti nell'armadio non ci sono mai scarpe abbastanza adatte ai fiumi di acqua che periodicamente si riversano sulle nostre strade. Non si possono usare quelle col tacco per non rovinarle. Quelle da tennis resistono per poche ore prima di infradiciarsi. Infine non sempre si hanno sotto mani vecchi stivali quasi smessi da immolare alla causa. È in settimane come queste che una donna comincia a considerare cose altrimenti impensabili come gli stivali di gomma. È ragionevole pensare che tutto sia iniziato con quella sublime foto di Kate Moss al festival di musica rock di Glastonbury, con shorts inguinali e stivaloni sporchi di fango. Vi sono effettivamente solo due modelli possibili nell'indossare queste calzature. Uno è per l'appunto Kate Moss nella suddetta situazione. L'altro è mia nonna Olga nei gloriosi momenti in cui si apprestava ad andare nell'orto dopo settimane di pioggia. Il fatto che noi ragazze abbiamo molte più probabilità di somigliare al secondo modello invece che al primo, non ci ferma. Ci sono soluzioni che fortemente desideriamo e perseguiamo anche se sappiamo che non ci renderanno esteticamente migliori, che finiranno per concludersi con il rimpianto del tempo in cui non avevamo il coraggio di prenderle. Di tempi in cui in definitiva si stava peggio, ma ci si sentiva a proprio agio. Decisioni in un certo senso giuste, approvate da tutti, consigliate, perfette per metterci al riparo dalle tempeste. S'è fatto quel che si doveva fare, insomma, come quando Ridge lasciava Brooke per mettersi con qualcuna meno bionda e più affidabile. Ma proprio ora che ha smesso di piovere è inevitabile sentire la nostalgia di decenni di piedi bagnati nel berlusconismo.



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