venerdì 16 marzo 2012

Il cambio di stagione, signora mia

Dal Giornale del Popolo del 16 marzo
È una sorta di sindrome da guerra imminente, per cui abbiamo il congelatore pieno di cibo e una madre in visita che ritiene vitale lavare le tende e la tappezzeria del divano. Sembra che da un momento all'altro potrebbe non esserci più tempo di fare nulla. Dormire, approntare uno straccio di sugo, mandare avanti una lavatrice. Sull'orlo del baratro bisogna fare tutto in fretta e non sarà un caso che il mobiletto portaverdure ordinato per Natale sia arrivato adesso. Certo che abbiamo vissuto anni con le tende zozze e senza un verduriere Foppapedretti. Ma giunge un momento in cui certe decisioni diventano improvvisamente urgenti. Così, per un amico che sta per recarsi a compilare la lista nozze con futura moglie e suocera c'è qualcuno che fa la famigerata pulizia del guardaroba. Eventi egualmente destabilizzanti, ma se il primo ha l'attenuante di accadere una volta nella vita; il secondo è potenzialmente ripetibile a ogni cambio di stagione. C'è l'amica che si giustifica dicendo che lei tiene tutte le stagioni insieme e dunque si ritiene dispensata dall'obbligo primaverile. Ma c'è anche chi quest'anno annuncia trionfante di aver buttato i vestiti immettibili, donato quelli riciclabili, fatto ordine nell'infinito regno delle possibilità che è il guardaroba di una ragazza. Fino alla frase impronunciabile: «Ormai alla mia età ho capito e accettato che non entrerò mai in una quarantadue». Devono essere questi, pensi nella sindrome da guerra imminente che ti ha portato a contare i jeans di tre taglie diverse che hai nell'armadio, gli effetti collaterali dell'iniziare a fare jogging: uno si accetta e corre via dai complessi di una volta. Sensazioni che nemmeno un verduriere e una tenda immacolata possono comprare.

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