venerdì 2 marzo 2012

Twitter saluta Lucio Dalla

È stata una veglia laica, tè e biscotti allo zenzero dell'Ikea con la comunione dei beni musicali in sottofondo. Tutto quello che avevamo sull'iPod di Lucio Dalla lo abbiamo ascoltato a ripetizione, un po' in sua memoria, un po' per rinfrescarci le idee in vista del giorno in cui si sarebbe detto di tutto. E in effetti è bastato consultare un paio di siti per rimanere sommersi dalle foto e dai ricordi. Tra i vari capitoli non poteva mancare quello dell'“addio del popolo di Twitter”. Ora, forse voi avete una vita sociale e persino un lavoro e ignorate l'esistenza di Twitter, ma vi basti sapere che è un social network meno impresentabile di Facebook, se non altro perché pone alle follie di chi lo utilizza il sacrosanto limite di 140 caratteri. Ieri i messaggi dedicati a Lucio Dalla, com'è comprensibile, non si contavano. Eppure le cose più importanti sono rimaste quelle non ripassate né “twittate”, ma scolpite nella mente da tempo immemorabile. Perché – lo abbiamo detto più e più volte – ogni volta che un cuore si spezza e si dice che bisogna andare avanti, altrettanto testardamente torna in mente quel “se d'amore è proprio vero che non si muore, cosa faccio nudo per strada mentre piove?” (Mambo). E perché per una canzone che ci interroga, sempre ce ne un'altra che ci fa piangere. E la primavera è di certo un'aggravante se ci vengono gli occhi lucidi persino su versi come «nascerà e non avrà paura nostro figlio e chissà come sarà lui domani, su quali strade camminerà cosa avrà nelle sue mani» (Futura). E forse non è un caso che l'unico verso di Lucio Dalla che ci sia venuto in mente a prova di Twitter sia questo: «Aspettiamo senza avere paura, domani». Ciao, Lucio.

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