venerdì 19 ottobre 2012

Ottobre e la tentazione del beige

Dal Giornale del Popolo del 19 ottobre

Avere quarant'anni è forse meglio che non averne più trenta. Ce lo siamo dette guardandoci in fatta di fronte all'ennesima vetrina in cui cerchiamo ristoro in queste giornate uggiose. Perché ottobre è tempo di necessità da guardaroba («Ho urgentemente bisogno di un paio di stivaletti bassi», scrive l'amica che invano immaginiamo a piedi nudi in mezzo a una strada) e di verità anagrafiche. Viviamo una sorta di adolescenza dello stile, un momento in cui basta una gonna troppo corta a sembrare una donna che tenta disperatamente di sembrare più giovane e basta un mocassino troppo classico a finire ingiustamente inserite nel circolo delle signore che lavorano part time e fanno volontariato. Siamo in difficoltà e l'abbiamo capito quando ci siamo ritrovate a lodare la “sobrietà” della collezione firmata da Maison Martin Margiela per H&M (nei negozi dal 15 novembre). In certi momenti di smarrimento il beige appare sempre come una via d'uscita. Un capo spalla, una una cosa dalle forme retrò, oppure uno di quei trench che costano un occhio della testa, ma poi «durano per sempre» (come se gli altri, quelli che costano una cifra ragionevole, si decomponessero nell'armadio). Le carte di credito fremono mentre noi cerchiamo il capo che ci farà assomigliare a quelle giovani donne educate che attraversano Milano in bicicletta con le scarpe basse, le gambe magre dentro i jeans, i capelli lisci e sciolti, il cestino di vimini pieno di verdure biologiche, i figli comodamente assestati sul sellino, neanche l'ombra di una goccia di sudore sulla fronte, nessun ghigno di fastidio all'ennesima buca sull'asfalto. Il loro spolverino beige sembra la concessione di una giovane donna alla tendenza più classica della moda. Il nostro sancirebbe la lapide sulla giovinezza perduta. Dev'essere per questo che il beige rimane sempre e solo una tentazione.

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