venerdì 26 maggio 2017

Dal Giornale del Popolo del 19 maggio

Il maschio che ha sbagliato il numero di scarpe, per la prima volta nella sua vita, si commuove di fronte alla politica di reso di Zalando: semplice, senza costi, a prova di bambino (e dunque di maschio). La collega in ufficio, intanto, disapprova ad alta voce lo shopping on line, rivendicando il gusto di girare per negozi e provarsi le cose in un camerino sudato con specchi truffaldini, anziché nell’impietoso comfort della propria casa, per poi restituire tutti gli eventuali articoli sbagliati senza nessuna difficoltà. Ognuno, sullo shopping on line, ha i suoi riti e le proprie credenze e contrariamente a quanto ci immaginiamo la pratica è più amata dai maschi che dalle femmine. Eppure temo che solo alcune (pochissime) di noi riescano a cascare in tutte le pubblicità ingannevoli di questo mondo, che abbondano sui social che frequentiamo pericolosamente. Qualcuna, addirittura, lo fa puntualmente ogni anno comprando un costume on line. Il modello sembra poco pericoloso, il pacco arriva ma non è accolto con il misto di emozione e giubilo che accoglie i fattorini nei nostri uffici. No: questo è a tutti gli effetti un pacco sospetto e la malcapitata lo guarda con paura e terrore di provarlo e scoprire l’amara verità. Perché la prova costume, non ha politica di reso customer friendly. Per nessuno. 

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