venerdì 3 agosto 2007

Turisti e viaggiatori

dal Giornale del Popolo del 3 agosto 2007

Certo dire "ho il jet lag" fa sempre figo, mica c'è bisogno di dire che l'espressione l'hai imparata non più di un anno fa su Wikipedia e che prima ti accontentavi di un provincialissimo "c'ho ancora il fuso orario". Socialmente è una frase ottima, introduce il discorso più innocuo e divertente dell'orbe terraqueo, quello delle vacanze. Così tu che d'inverno stai muta trangugiando il tuo cocktail e invidiando con occhioni sbarrati la spigliatezza altrui, ti ritrovi regina della conversazione. Occorre mettere subito i puntini sulle "i", perché c'è il turista e c'è il viaggiatore. E tu sai benissimo di non rientrare nella prima, ma nella ben più nobile seconda categoria. Ma un conto è saperlo, un conto è dimostrarlo. «Sì abbiamo seguito quasi sempre la Lonely planet» è un ottimo inizio, ad esempio. Guida davvero ottima, la Lonely Planet ti colloca subitaneamente nel sentiero dei viaggiatori avventurosi e non allineati (è imperativo sorvolare sul fatto che la metà dei turisti che hai incontrato aveva quella guida "alternativa"). «Abbiamo affittato una macchina e visto una quantità di posti che di solito si vedono nel doppio del tempo». Perfetto, soprattutto se sei donna perché dai subito l'idea di una che se la sa cavare in qualunque situazione. «No, connazionali ne ho incontrati pochissimi». Qui si raggiungono le vette, ché il viaggiatore ama tutte le culture e le nazionalità, ma esibisce uno snobismo spiccato verso la propria, che trova sempre fatta di cafoni, malvestiti, rumorosi gruppazzi di gente. Proseguire ostentando disprezzo per i villaggi turistici, con un semplice «No, no solo alberghetti o bed and breakfast». «Bagaglio?». Sai che l'interlocutore vuole sentirti dire che avevi lo zaino, con tanti libri e zero vestiti. Rimuovere subitanemante l'immagine del trolley cingolato che ti sei portata dall'altra parte del mondo e chiudere con nonchalanche: «Scusa, sai, ho proprio bisogno di fumare».

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